Valeggio, la verità sulla morte di Mazzi

Nuove importanti novità sulla triste vicenda della morte dell'agricoltore Marcello Mazzi, ritrovato senza vita nella giornata di mercoledì.

Valeggio, la verità sulla morte di Mazzi
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Nuove importanti novità sulla triste vicenda della morte dell'agricoltore Marcello Mazzi, ritrovato senza vita nella giornata di mercoledì.

Si arricchisce di nuovi particolari la triste vicenda della morte del sessantenne Marcello Mazzi, agricoltore di Valeggio sul Mincio deceduto mercoledì scorso a causa di un incidente mentre si occupava dell'irrigazione dei suoi campi. A parlare a Villafranca Week è Davide Burei, il primo ad arrivare sul luogo dell'incidente e a provare a salvare la vita al povero Mazzi.
Burei è presidente del Reparto Volo Emergenze della Protezione Civile regionale e la pista di atterraggio confina con i campi della famiglia Mazzi. «Mercoledì alle 20 avevo appuntamento con Paolo Mazzi per sistemare alcuni tratti lungo la pista che abbiamo appena seminato. Paolo doveva venire ad irrigare e mi aveva chiamato dicendomi che sarebbe passato a prendere Marcello per riportarlo a casa, visto che era dalle 14 che stava lavorando nei campi» spiega ancora scosso Burei. «Improvvisamente l'ho sentito urlare che Marcello era annegato e sono corso immediamente sul luogo, mentre allertavo il 118».
Poi Burei, molto noto nell'ambiente del volo, pesa le parole e ci racconta la scena della tragedia. «Prima di venire a chiamarmi Paolo era riuscito a tirare fuori Marcello dal pozzetto di deviazione idrica e quando sono arrivato il corpo giaceva a pancia in su. Era già freddo e senza battito, ma ho provato ugualmente a rianimarlo, mentre ero a telefono con il servizio di emergenza che in pochissimi minuti è arrivato e ha proseguito le manovre. Purtroppo però per Marcello non c'era più nulla da fare... nessuno avrebbe potuto salvarlo» aggiunge con amarezza il pilota della Protezione Civile.
Mazzi presentava un taglio profondo sulla nuca, uno centrale e uno sulla tempia sinistra, oltre ad unescoriazione sul gomito destro. A confermare la dinamica dell'incidente alcuni capelli presenti sul bordo del manufatto in cemento. «Abbiamo trovato l'ombrello aperto, poco distante dal cadavere. C'era appena stato un temporale e probabilmente Marcello stava effettuando la manovra di cambio paratia con una sola mano, reggendo con l'altra l'ombrello. Scivolando non ha avuto quindi modo nemmeno di mettere le mani in avanti e, qualora ancora cosciente, è rimasto intrappolato a testa in giù in quaranta centrimetri d'acqua» ci dice Burei, legato da un'amicizia trentennale con il fratello Paolo.
Sulle cause della morte di Marcello Mazzi Burei svela alcuni dettagli inediti e molto importanti: «Mentre i sanitari lo rianimavano sentivo che parlavano di acqua nei polmoni, mentre il medico legale diceva che molto probabilmente era stato colpito da malore. Io sono rimasto sul luogo fino a mezzanotte e ho fornito le foto del cadavere alle forze dell'ordine per fornire un aiuto alle indagini, poi il corpo è stato portato all'obitorio di Valeggio» conclude Burei, che purtroppo lo scorso anno è intervenuto undici volte insieme alla sua squadra per l'avvistamento dall'alto di dispersi e in disastri aerei e terreni.

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