VIDEO Rissa prima di Hellas-Roma: 21 arresti

Mandato anche per alcuni tifosi gialloblù irreperibili

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Mandato anche per alcuni tifosi gialloblù irreperibili

Nella giornata di domenica 4 febbraio, quasi tre ore prima della partita Hellas Verona–Roma, in una strada del quartiere “Stadio”, scoppiava una rissa tra ultras di opposta fazione che non aveva gravi ulteriori conseguenze per il pronto intervento dei reparti di polizia che prima li disperdeva e poi arrestava 21 di loro che a bordo di auto avevano tentato, inutilmente, di far perdere le loro tracce.

Gli arrestati sono tifosi romanisti che, come accertato dal giudice in sede di convalida degli arresti, erano giunti a Verona non solo per assistere alla partita, ma anche per “confrontarsi” con gli acerrimi rivali dell’Hellas Verona.

Avevano lasciato le autovetture con il motore acceso in viale San Marco, ovvero in una strada vicino allo stadio, ma fuori dal consueto percorso che i tifosi ospiti intraprendono per giungere al “Bentegodi”. Non avevano segni distintivi perché avevano timore di essere intercettati dai servizi preventivi che il questore di Verona aveva predisposto per creare percorsi protetti affinché i circa 1.800 tifosi romanisti non entrassero in contatto con gli ultras dell’Hellas Verona.

Sin dalle prime ore della mattina, infatti, le forze di polizia vigilavano la stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, i caselli autostradali e le arterie principali che conducono al capoluogo scaligero. Dalla Questura di Roma erano giunte notizie che i romanisti avrebbero viaggiato in treno, su pullman organizzati, ma anche su numerosissimi veicoli privati.

Il gruppo ultrà, invece, era riuscito ad avvicinarsi allo stadio in forma anonima, presumibilmente utilizzando itinerari alternativi. Gli ultras locali, come di consueto, erano arrivati allo stadio sin dalle prime ore del mattino con il preciso compito di presidiare il “loro” territorio e si erano radunati in alcuni bar della zona abitualmente adoperati come luoghi di ritrovo.

Improvvisamente circa 50 ultras veronesi si spostavano in modo compatto lungo la strada che costeggia la Tribuna Est. Dopo aver prelevato pesanti tubi camuffati da aste da bandiera da un’autovettura fatta giungere al momento sul posto, si travisavano con sciarpe e cappucci e avanzavano lungo Via Pirandello in direzione Viale San Marco, dove ad attenderli si era già schierato il gruppo romanista di cui sopra, a sua volta travisato e armato di aste da bandiera.

Prima si lanciavano reciprocamente addosso bottiglie e altri oggetti contundenti, poi i due gruppi si scontravano in modo feroce, anche prendendosi a cinghiate. Gli scontri duravano pochissimi minuti in quanto tale movimento organizzato non era sfuggito agli occhi della Digos, che subito dava l’allarme per far accorrere i reparti di polizia. Percepito l’arrivo degli agenti, i facinorosi si davano a precipitosa fuga: i veronesi si disperdevano a piedi nelle stradine laterali, mentre i romanisti scappavano sulle auto lasciate con il motore acceso.

La Digos si metteva all’inseguimento di dette autovetture riuscendo a bloccarle a poca distanza con l’intervento dei mezzi di polizia. A bordo delle automobili venivano identificate 21 persone, di età compresa tra i 21 ed i 45 anni riconducibili a diverse compagini ultrà del panorama capitolino, provenienti da Roma, Ladispoli, Guidonia, Zagarolo, Cerveteri e Orbetello: 7 erano incensurati, 14 annoveravano sul proprio conto eterogenei precedenti penali: chi per reati contro la persona, chi per quelli contro il patrimonio, chi per uso di sostanze stupefacenti e chi per reati commessi durante manifestazioni sportive.

Tre di loro avevano già scontato il provvedimento del “D.a.spo.” emesso in passato per fatti di violenza commessi in occasione di partite di calcio. Uno, in particolare, era stato già sottoposto per ben due volte al provvedimento di divieto di accesso allo stadio.

Tutti i soggetti fermati venivano accuratamente perquisiti e addosso ad uno di loro veniva rinvenuta sostanza stupefacente (alcune dosi di cocaina e quasi 3 grammi di hashish). All’interno dei mezzi venivano altresì sequestrati 2 caschi ed un tirapugni celato all’interno di una scatola di cioccolatini.

In accordo con il sostituto procuratore Stefano Aresu della locale Procura, venivano tutti e 21 arrestati per rissa aggravata, possesso, utilizzo e lancio di bastoni, mazze ed oggetti atti ad offendere e travisamento.

L’operazione di polizia giudiziaria si riverberava allo stadio anche sotto il profilo della pubblica sicurezza: alcune centinaia di ultras romanisti che si apprestavano ad entrare al “Bentegodi”, appresa la notizia degli arresti, ponevano in essere un’azione di protesta rifiutandosi di accedere all’interno del settore loro dedicato e reclamavano la liberazione dei loro sodali.

Tuttavia, dopo poco l’inizio della partita, grazie ad un opportuno schieramento dei reparti e grazie alla mediazione della Digos, desistevano da tale intento facendo ingresso nel settore ospiti. Non creavano più turbative all’o.p. e si limitavano, per tutta la durata della gara, ad intonare cori e slogan contro le forze dell’ordine.

L’attività investigativa della Digos non si è ovviamente conclusa. Già nel corso della stessa nottata, dopo aver esaminato le immagini registrate nel corso degli scontri grazie anche alla preziosa collaborazione del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, si tentava di arrestare (in c.d. “flagranza differita”) gli ultras dell’Hellas Verona che, senza ombra di dubbio, si erano resi responsabili delle medesime condotte violente già contestate ai “colleghi” romani.

Costoro, come prevedibile, si rendevano al momento irreperibili: hanno finora evitato l’arresto di polizia, ma non i conseguenti provvedimenti amministrativi e giudiziari che scaturiranno al termine delle indagini. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto il rito direttissimo nei riguardi dei 21 arrestati. Il Giudice ha convalidato gli arresti ma ha differito il giudizio avendo il difensore richiesto i “termini a difesa”. Pertanto, pur rimettendoli in libertà in attesa della sentenza, ha disposto nei loro confronti la misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Verona, nonché il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive.

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