Violenza e malagiustizia, un convegno a Villafranca

Ospite il magistrato Fabio Roia, del "pool famiglia", specializzato in abusi nel contesto domestico.

Violenza e malagiustizia, un convegno a Villafranca
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Si intitola "Quel nodo in gola... Storie di violenza e malagiustizia" l'importante convegno che si terrà nell'auditorium di Villafranca il 7 febbraio alle 16.

Violenza e malagiustizia, un convegno a Villafranca

L'appuntamento organizzato dalla cooperativa Viridiana e dal Comune di Villafranca di Verona, che vedrà tra gli ospiti il magistrato Fabio Roia, nasce dalla esigenza e dalla volontà di tante donne di dar voce al proprio dolore e risposte alle loro mille domande.

Roia è diventato, grazie al suo impegno professionale e ai suoi libri, una speranza per moltissime donne che ogni giorno subiscono violenza, fisica, psicologica, economica e diventano anche vittime del sistema stesso che dovrebbe tutelarle, quelle vittime che, come dice lo stesso Roia, incontrano “operatori che non ci credono, che non conoscono le leggi e le dinamiche della violenza di relazione e che intervengono male creando ulteriori danni a chi ha sofferto e soffre”.

Col procuratore Giovanni Caiazzi, nei primi anni 90 , nasce a Milano il “pool famiglia”, Roia e la sua futura moglie, Adriana Cassano Cicuto, vi lavorano con passione ed entusiasmo, quegli stessi sentimenti che, ancora oggi, li spingono a girare l’Italia per “educare”, informare, sensibilizzare gli addetti ai lavori da un lato, e ascoltare, consolare e comprendere chi invece, “le brutte storie di ordinaria follia” le ha vissute e le vive sulla propria pelle.

"Conflitto e violenza non sono la stessa cosa - sottolinea Daniela D'Amico, assistente sociale e operatrice psicopedagogica che modererà l'evento - troppo spesso le sentenze di separazione o di affidamento dei figli liquidano velocemente la questione riportano la dicitura “a causa dell’alto grado di conflittualità delle parti”, quando invece quella “conflittualità” riassumerebbe giorni, mesi e anni di violenza subita. Nel 2017 la media di donne vittime di femminicidio ha toccato il picco di una ogni 3 giorni".

Negli ultimi dieci anni le donne uccise solo in Italia sono state 1740, di cui il 71,9%, cioè 1251 da parte di familiari o ex partner.

A questi dati sconvolgenti si aggiunge poi il fenomeno dello stalking e di tutti quegli atti persecutori che anche se non uccidono, distruggono lentamente giorno dopo giorno e in Italia, le donne che nell’arco della propria vita hanno subito questo tipo di violenza, sono circa 3 milioni e mezzo (quelle che ovviamente hanno denunciato, visto che 8 donne su 10 ancora oggi non ne hanno la forza).

Coorganizzatrice dell'evento è Antonella Penati

Interverrà anche Antonella Penati, presidentessa della “Federico nel cuore Onlus” e coorganizzatrice dell'evento, il cui coraggio e la cui forza di volontà non potranno che essere un esempio per chiunque la ascolterà.

Antonella nel racconto della tragica uccisione del suo bambino per mano del padre durante un “incontro protetto” predisposto dai servizi sociali, chiede ancora alle Istituzioni che dovevano proteggere il piccolo Federico la verità e lotta senza tregua con la sua Onlus, perché nessun altro bambino debba essere sacrificato sull’altare della bi-genitorialità a tutti i costi. "La comunità scientifica ha stabilito senza remore che la PAS non esiste - sottoliea D'Amico - ma ancora oggi, Tribunali, avvocati e Servizi Sociali ne tengono conto e si avvalgono di questa teoria per effettuare una sorta di terrorismo psicologico sul genitore accusato di alienazione genitoriale".

Tra i relatori ci sarà la dottoressa Maria Serenella Pignotti, pediatra, medico legale e autrice del libro “I nostri bambini meritano di più” in cui scrive dei bambini che ha seguito nel suo lavoro: "trattati con violenza, con una violenza che è palesemente e drammaticamente violenza ma viene considerata atto educativo, per il loro 'migliore interesse'. Bambini come sacchi di iuta, pieni di niente, resettabili, cambiabili, spostabili, secondo le esigenze dell'adulto di turno. Senza la minima considerazione della loro opinione, senza che sia dato alcun peso alle loro parole. Alla loro affettività, alla loro paura. Niente! Fascicoli con timbri, firme e protocolli!". Il suo libro è il testo di riferimento per avvocati, medici, operatori sociali e periti per dimostrare l'infondatezza della teoria della Pas, meglio nota come "alienazione genitoriale", strumento di vittimizzazione delle donne e dei bambini nei tribunali.

Trovare le criticità del sistema

"Questo momento di incontro e confronto - prosegue D'Amico - lungi dal voler innescare una sterile polemica contro i Servizi o le Istituzioni preposte alla tutela delle vittime di violenza di ogni genere, può rappresentare un momento di svolta nel trovare le criticità del sistema proprio grazie alle testimonianze delle vere parti lese che purtroppo continuano a subire forme diverse di vittimizzazione primaria e secondaria, e di violenza diretta e assistita".

Grazie a questo momento formativo le donne che hanno deciso di raccontarsi, Elisa, Gina, Daniela e non ultima Francesca Aresi, potranno dare voce al loro dolore e condividere la loro esperienza in una dimensione catartica per loro stesse e di grande utilità per chi, magari ancora troppo ferita, non avrà il coraggio di mettere a nudo la propria anima e potrà solo trarre beneficio dall’ascoltare e dal ritrovarsi nelle frasi e nei racconti di altre donne con il prezioso apporto che saprà dare il Giudice Roia con la sua esperienza maturata sul campo e con l’intervento di Daniela Sasso, scrittrice, poetessa e presidente dell’Associazione contro la violenza sulle donne “Scarpette Rosse” di San Pancrazio Salentino.

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