«Viva viva Villafranca, dei paesi la Regina»

Il paese ha un Inno. Siamo venuti a conoscenza di una tradizione locale a pochi conosciuta, legata a un testo scritto nel 1911 dal maestro Gaetano Marchiori

«Viva viva Villafranca, dei paesi la Regina»
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Il paese ha un Inno. Siamo venuti a conoscenza di una tradizione locale a pochi conosciuta, legata a un testo scritto nel 1911 dal maestro Gaetano Marchiori

Viva viva Villafranca! dei paesi la Regina, Tutti quanti se ghe inchina, per la storia che la gà. Era il lontano 1911, quando ad opera del maestro Gaetano Marchiori nacque «l’Inno a Villafranca». Era l’anno del 50esima anniversario dell’Unità d’Italia e nelle città italiane si organizzarono grandi esposizione tematiche volte ad illustrare aspetti diversi della grandezza della patria: eventi locali ricordano e commemorano il Risorgimento e la nascita dello Stato unitario. In quell’anno la crisi all’intero dell’Impero Ottomano aveva indotto il governo Giolitti ad attaccarlo militarmente per impossessarsi della Libia.

Nel 1911 Giovanni Giolitti presenta anche una nuova riforma elettorale che ampliava il corpo elettorale: potevano votare anche i maschi di oltre 21 anni capaci di leggere e scrivere ed i maschi analfabeti che avevano compiuto i trent’anni. Rimanendo in campo storico, in quell’anno l’Italia dichiara guerra alla Turchia, per la prima volta un aereo venne usato in guerra, in Germania Kandinskij fonda il movimento «Der Blaue Reiter» con l’intento di sostenere l’arte, ebbe inizio il periodo del cubismo sintetico di Pablo Picasso, vengono costruite le prime filovie urbane, il primo areo bimotore ed il primo idrovolante, Coco Chanel inventa i cappelli a cloche.

Anni diversi da quelli di oggi, nettamente. Tutto, se non quasi, purtroppo è andato dimenticato. A 106 anni di distanza, in questi giorni ci è capitato di contattare ed incontrare la signora Luisa Zorzi, la quale ha riportato a galla un documento più unico che mai, dell’epoca, ma credo anche per tutti i villafranchesi stessi. L’Inno, con tanto di spartito, realizzato dal mestro Marchiori, parla della Villafranca dell’epoca, resa famosa pel trattato da Bepeto e Bonaparte, dove re Umberto col Quadrato el s’à fato grande onor. Già allora il maestro Gaetano parla di Villafranca come città, pel comercio quasi quasi la de par sicuramente, qua ben vive tanta gente con le fiere e coi mercà. Ovviamente non manca una citazione al Castello scaligero, ancora oggi simbolo inconfondibile di un’intera città e di tutti i suoi villafranchesi.

«Nei primi anni del ‘900 - racconta Luisa Zorzi - esisteva una società filarmonica e si chiamava Armonia, ed un gruppo di coristi si staccò dalla compagnia proprio assieme al maestro Gaetano Marchiori, forse anche per divergenze economiche. Nel 1911, successivamente, i due gruppi si sono ricompattati proprio per motivi finanziari: non riuscivano ad andare più avanti divisi, così la Corale La Pace e l’Armonia si ricompattarono. In quei tempi infatti erano i coristi stessi a pagare il maestro personalmente; i più giovani pagavano 5 centesimi di lire, mentre gli adulti 10 centesimi. In quell’anno Marchiori compose l’inno di Villafranca, in dialetto veronese ed interamente composto da sua musica. Un inno che poi venne usato e cantato in varie manifestazioni, ma nel 1959 per il centenario della Pace di Villafranca, che poi erano i preliminare di pace, fu assunto come prova di un concorso, in modo da incentivare i cori ma allo stesso tempo la stessa Villafranca. La corale La Pace del maestro Marchiori era composta da 50 membri, tutti maschi, nemmeno una donna, di qualsiasi estrazione sociale, dotati nel canto ma «ignoranti» di musica: non conoscevano e non sapevano note, cantavano ad orecchio. Non avevano divisa, stemmi, e per cantare indossavano l’abito della festa. La fortuna più grande della corale è stata negli anni ‘20, quando, nel vecchio teatro comunale che sorgeva in piazza Giovanni XXIII, rappresentarono opere».

Ecco l'inno completo:

Viva viva Villafranca!

dei paesi la Regina,

Tutti quanti se ghe inchina,

per la storia che la gà.

L'è famosa pel trattato

da Bepeto e Bonaparte,

dove re Umberto col Quadrato

el s’à fato grande onor.

Per bellezza no sen parla

ghe n,è pochi dei paesi

così tanto ben distesi:

la par proprio na cità!

Pel comercio quasi quasi

la de par sicuramente

qua ben vive tanta gente

con le fiere e coi mercà.

E po anca la ghe imita

pel moderno con la cesa

bel disegno e ben distesa

per l'antico col Castel.

Viva viva Villafranca!

dei paesi la Regina,

tutti quanti se ghe inchina,

la par proprio una città!

 

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