Ripartenza

Zaia su turismo e spostamenti: "Serve Schengen sanitario a livello europeo"

Si pensa al turismo e alla stagione estiva, però, anche se i numeri sono positivi, non si può comunque abbassare la guardia.

Zaia su turismo e spostamenti: "Serve Schengen sanitario a livello europeo"
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Il punto stampa di oggi del presidente Luca Zaia. Ospite la professoressa Tacconelli.

Il bollettino aggiornato

I tamponi effettuati sono 590. 886, ieri ne sono stati fatti 8.177. I positivi sono 19.097 (+11), ricoverati 480 (-2), le terapie intensive sono 39 (-1) e di questi 30 si sono già negativizzati, positivi sono soltanto 10. Ad oggi, i morti sono 1.878 dei quali 1.355 in ospedale (+4). I dimessi sono 3.270 e i nati 58.
I dati sono positivi dal 10 aprile: si guarda con attenzione a quello che accadrà nelle prossime ore ma anche con preoccupazione. Il pericolo non è finito e non bisogna abbassare la guardia.

I mondiali di sci

Confermato il rinvio dei mondiali. Così spiega Zaia:

“Ho parlato con Roda, presidente Fisi: la soluzione migliore è quella di spostare al 2022 perché non abbiamo la certezza di avere un’inverno indenne. Lo abbiamo voluto questo evento, abbiamo avuto 7 bocciature prima di avere la candidatura ufficiale ad ospitare i mondiali di sci, direi che per non rischiare e anche per valorizzare fino in fondo il lavoro di tantissime persone deve esserci il pubblico. Spero che il comitato olimpico accolga il nostro appello: ho parlato anche con Giovanni Malagò che ha dato l’annuncio ieri sera e confido nella collaborazione dei nostri compagni di viaggio a livello internazionale. Non è una sconfitta ma la volontà di investire bene. E’ una scelta ragionata: ne ho parlato con Alessandro Benetton, concordata l’ipotesi anche lui ha iniziato a lavorarci.”

Un punto sugli spostamenti tra Regioni

Dato che il 3 giugno si avvicina, ci si chiede come dovranno organizzarsi le Regioni per la riapertura. Il presidente risponde:

“Continuo a dirvi questo concetto: è fondamentale che ci sia la visione di uno Schengen sanitario a livello europeo. Io non credo che si debbano creare corridoi ma che davanti ad una regia europea si debbano chiarire i parametri da rispettare per la libera circolazione. Da parte dei presidenti, si sta portando avanti questa filosofia: se dovessimo governare i flussi turistici con i tamponi, sarebbe una bella suggestione ma con 70 milioni di turisti all’anno sarebbe impossibile. Il turismo è come le idee: è libero, o si fa così o non si fa. Io sono per l’apertura in sicurezza.”

Le prenotazioni delle spiagge

Il tema della prenotazione è lasciato ai gestori degli stabilimenti, non necessariamente con le App:

“Penso anche che non sia un problema invalicabile: quelli che si presentano in spiaggia al mattino per prendere l’ombrellone sono veramente pochi, abbiamo previsto 10 metri per ombrellone e direi che va bene

Sulla possibile assunzione di 60mila assistenti civici in tutta Italia, il presidente commenta:

“E’ negativo per la percezione: il tema è aver assunto degli educatori che dicano di mettere la mascherina o di evitare assembramenti”

L’intervento della professoressa Tacconelli

Oltre a far parte del team Veneto, la professoressa è ordinario di Malattie infettive a Verona e ordinario, oltre che direttore dell’unità di ricerca a Tubingen, sempre nel reparto di Malattie Infettive. Un percorso di ricerca lungo e particolarmente ricco che ha permesso alla Regione di mostrarsi all’avanguardia durante l’emergenza.

“Questa malattia è estremamente diversa da quella che ci aspettavamo. Ci sono diverse fasi e problematiche multiorgano che riguardano non solo la polmonite ma anche il cuore e il midollo osseo. A Verona, abbiamo il coordinamento con altri 4 studi multicentrici italiani: è importante quello che abbiamo osservato perché sarà utile per evitare che ci sia una seconda onda.

La data di svolta è adesso fissata al 14 giugno: 

“Per allora, il lockdown sarà abolito da abbastanza tempo. Al momento, perché siamo preparati rispetto a quattro mesi fa, sappiamo che la terapia può essere diversificata in base alla fase in cui si trova il paziente. Oggi sappiamo che possiamo usare farmaci diversi, ad esempio. Possiamo trattare con degli antivirali e con l’interferone i pazienti in una prima fase della malattia, coordiniamo 9 centri in Italia e la scelta fatta per il Veneto è stata quella di coinvolgere negli studi clinici centri più grandi e più piccoli Covid, in modo che tutti ottengano le migliori cure possibili.”

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