A Padova la mostra sul genio architettonico di Aldo Rossi

Dal primo giugno fino al 29 settembre al Palazzo della Regione, struttura molto amata dal compianto architetto scomparso nel 1997.

A Padova la mostra sul genio architettonico di Aldo Rossi
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A Padova la mostra sul genio architettonico di Aldo Rossi. Dal primo giugno fino al 29 settembre al Palazzo della Regione, struttura molto amata dal compianto architetto scomparso nel 1997.

A Padova la mostra sul genio architettonico di Aldo Rossi

La mostra “Aldo Rossi e la Ragione. Architetture 1967-1997” (dall'1 giugno al 29 settembre), curata da Cinzia Simioni e Alessandro Tognon con la Fondazione Aldo Rossi, presenta la selezione delle architetture progettate e costruite dall’architetto milanese che costituisce ancora oggi un riferimento imprescindibile per la ricerca e lo studio della scienza urbana. La mostra è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Padova, con la collaborazione curatoriale e scientifica della Fondazione Aldo Rossi e realizzata dall’Associazione Culturale “Di Architettura” con il sostengo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.

Oltre 150 opere originali

Allestita nel magnifico Salone di Palazzo della Ragione, uno degli archetipi architettonici di Rossi, l’esposizione si sviluppa cronologicamente dagli anni Sessanta agli anni Novanta, attraverso oltre 150 opere originali tra studi, dipinti, disegni e modelli: dal Monumento ai Partigiani di Segrate (1965-1967) alla Scuola elementare “Salvatore Orrù” di Fagnano Olona (1972-1976), dal Municipio di Borgoricco (1983-1988) alla ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia (1996). L’estesa cronologia progettuale presenta 40 architetture diverse e si arricchisce di alcuni oggetti di design, degli scritti e dei documenti fotografici e filmici. Al suo interno, quattro progetti sono sviluppati in altrettante sale e presentati attraverso gli studi, i disegni, i modelli, i reperti e i documenti video.

C'è anche il progetto per il museo di Berlino

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Aldo Rossi con Con Morris Adjmi, Toyota Horiguchi e Shigeru Uchida, Complesso alberghiero e ristorante Il Palazzo, Fukuoka, 1987-1989 Aldo Rossi, Senza titolo (Studio per il complesso alberghiero e ristorante Il Palazzo, Fukuoka), 1987 Collezione privata © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

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Aldo Rossi con Giovanni da Pozzo, Francesco Saverio Fera, Ivana Invernizzi, Daniele Nava e Massimo Scheurer, Berlino,1988 Aldo Rossi, Fantasia con il Deutsches Historisches Museum "Berlin",1988, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI Secolo, Roma © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

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Aldo Rossi, Fragments, 1987 Collezione privata © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

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Aldo Rossi, Piazza del Municipio e Monumento ai Partigiani, Segrate, 1965-1967 Aldo Rossi, Prospettiva della piazza, 1965, DAM – Deutsches Architekturmuseum, Frankfurt © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

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Aldo Rossi, Gianni Braghieri, Scuola media, Broni, 1979-1981 Aldo Rossi, Der Weg zu Shule, 1979 Collezione privata © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

Le quattro architetture emblematicamente conducono il visitatore dagli esordi di Rossi, con il Cimitero di San Cataldo a Modena (1971-1978), all’affermazione della sua iconicità, con il Teatro del Mondo a Venezia (1979), fino all’internazionalizzazione con il complesso alberghiero “Il Palazzo” a Fukuoka (1987-1989) e il progetto di concorso per il Deutsches Historisches Museum di Berlino (1988). Il display riunisce studi, maquettes, dipinti, prototipi di design, libri, riviste e fotografie originali provenienti da istituzioni italiane e internazionali, da archivi e musei aziendali, tra cui: ASAC, Biennale di Venezia; DAM – Deutsches Historisches Museum, Francoforte; Dipartimento di architettura Università di Bologna; MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo Roma; Università IUAV, Venezia; Archivio Longoni, Cantù; Museo Alessi, Crusinallo; Museo Molteni, Unifor, Giussano, oltre che da collezioni private italiane e internazionali.

L'assessore Colasio: "Doveroso omaggio"

Andrea Colasio, assessore alla cultura: «Questa mostra rende un doveroso omaggio ad uno dei più importanti architetti italiani, purtroppo venuto a mancare prematuramente. Un architetto che con i suoi studi teorici e con le sue realizzazioni ha segnato in maniera indelebile la storia dell’architettura, non solo italiana, ma anche un artista e un designer di valore assoluto a conferma dei suoi molteplici interessi, della sua mai sazia curiosità, e in fin dei conti del suo approccio che ha messo al centro di ogni realizzazione l’uomo. Non è un caso che questa bellissima mostra sia ospitata nel Palazzo della Ragione, un edificio che Rossi, nel suo fondamentale saggio “L’architettura della città”, individuava come paradigmatico per il rapporto tra la forma e le funzioni di un grande palazzo e delle relazioni che si creano con la struttura della città. Per Aldo Rossi la città è un “manufatto architettonico” che non può prescindere dalla relazione con il contesto storico preesistente: un concetto che trovo di assoluta attualità ancora oggi. Questa iniziativa rientra quindi perfettamente nella politica culturale della nostra amministrazione, che anche con una grande e importante mostra come questa, vuole stimolare e sviluppare il dibattito sulla città come deposito della memoria collettiva che attraverso i segni fisici che la definiscono, si trasforma continuamente a immagine e somiglianza della comunità che la vive».

Rossi maestro per tanti architetti

Vera Rossi e Fausto Rossi, Presidente e Vicepresidente, Fondazione Aldo Rossi: «Fondazione Aldo Rossi è felice di collaborare con il Comune di Padova e DiArchitettura in occasione della mostra ‘Aldo Rossi e la Ragione. Architetture 1967-1997’ che porta la riflessione sull’abitare di Rossi nel centro simbolico e fisico della città veneta, nello straordinario salone del Palazzo della Ragione» «Aldo Rossi – commenta Alessandro Tognon, fondatore insieme a Cinzia Simioni dell’Associazione Di Architettura – è stato il maestro di molti di noi. Il suo insegnamento influenza ormai la crescita culturale di tre generazioni: i suoi colleghi e amici, i suoi allievi e oggi gli allievi di questi. La sua eredità culturale è oggetto di una continua rilettura e interpretazione perché, infatti, non è pensabile replicarlo senza correre il rischio di fallire in un’inutile imitazione. La sua visione umanistica trasversale e duttile lo pone oggi, dopo numerosi studi e una ricerca mai interrotta che ne ha svelato molti dei suoi aspetti, in una posizione di riferimento della cultura architettonica contemporanea. La sua vasta opera, direbbe Rossi “come facente parte di un unico grande progetto”, rivela invece molteplici declinazioni e apre ancora a rinnovate ipotesi di studio e analisi teoriche. Grazie ai suoi scritti e ai suoi progetti, l'insegnamento di Rossi traduce nella realtà attuale gli esiti di un’intera stagione ritenuta fondativa per la cultura architettonica, e non solo, europea».

La mostra nel "suo" Palazzo della Ragione

L’opportunità di ospitare l’esposizione negli spazi del Palazzo della Ragione è anche coerente con la visione umanistica, ancor prima che architettonica, di Rossi, che nella prima pagina de L’architettura della città scrisse: «In tutte le città d’Europa esistono dei grandi palazzi, o dei complessi edilizi, o degli aggregati che costituiscono dei veri pezzi di città e la cui funzione è difficilmente originaria. Io ho presente ora il Palazzo della Ragione di Padova. Quando si visita un monumento di questo tipo si resta sorpresi da una serie di questioni che ad esso sono intimamente legate; e soprattutto si resta colpiti dalla pluralità di funzioni che un palazzo di questo tipo può contenere e come queste funzioni siano per così dire del tutto indipendenti dalla sua forma e che però è proprio questa forma che ci resta impressa, che viviamo e percorriamo e che a sua volta struttura la città». “Aldo Rossi e la Ragione” è un tributo a quella “ragione” tanto ricercata da Aldo Rossi, in grado di determinare la funzione degli spazi e delle forme nel progetto architettonico, sviluppando quei criteri che ne rendono possibile una relazione profonda con il contesto, anche in chiave futura. Il titolo della mostra è anche un omaggio al monumento che ha saputo reinventarsi nei secoli pur mantenendo intatta la sua identità formale, diventando esempio eccellente di architettura urbana.

La biografia di un architetto geniale

Aldo Rossi (1931-1997) compie la sua prima formazione negli anni Cinquanta presso il Politecnico di Milano. Assistente negli studi di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, insegna con Ludovico Quaroni presso la Scuola urbanistica di Arezzo e con Carlo Aymonino allo IUAV di Venezia; professore incaricato al Politecnico di Milano nel 1959, vince la cattedra di caratteri degli edifici nel 1970, quando comincia a collaborare anche con diverse università americane tra cui la Cooper Union University, l’Institute for Architecture and Urban Studies, Harvard e Yale University. L’attività progettuale si divide tra edilizia privata e pubblica. Si ricordano tra i primi progetti realizzati: l’ampliamento della scuola De Amicis di Broni (1970), un’unità residenziale Monte Amiata al quartiere Gallaratese di Milano (1968-1973), il Cimitero di San Cataldo di Modena (1971-1978) e la Scuola elementare “Salvatore Orrù” di Fagnano Olona (1972-1976). Successivamente: gli edifici pubblici di Fontivegge-Perugia (1982-1989) e Borgoricco (1983-1988), la ristrutturazione del Teatro Carlo Felice di Genova (1983-1989), l’ampliamento dell’aeroporto di Milano-Linate (1991-1993), fino al progetto per la ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia del 1996.

Insignito del prestigioso Pritzker Prize

Contemporaneamente la sua notorietà si afferma oltre i confini nazionali con realizzazioni quali l’isolato tra Kochstrasse e Friedrichstrasse a Berlino (1981-1988), l’Hotel “Il Palazzo” di Fukuoka (1987-1989) e a Maastricht il Bonnefanten Museum (1990-1994). L’attività di storico e teorico dell’architettura comprende, oltre alle collaborazioni con riviste quali “Casabella Continuità”, “Società” e “Il Contemporaneo”, la pubblicazione di L’architettura della città (1966) e di A Scientific Autobiography (1984), oltre al film Ornamento e delitto, co-firmato con Franco Raggi, e alla direzione della sezione internazionale di architettura alla Triennale di Milano (1973) e della sezione architettura della Biennale di Venezia del 1983. Architetto e studioso, nominato Accademico di San Luca nel 1979, insignito del Pritzker Prize 1990 e della 1991 Thomas Jefferson Medal in Architecture, Aldo Rossi è noto anche per la sua attività di designer – Alessi, Artemide, Bruno Longoni Atelier d’Arredamento, Molteni & C., Unifor – e artista, dal Teatro del Mondo presentato alla Biennale di Venezia del 1979, al Monumento a Sandro Pertini (Milano, 1988-1990), passando per l’opera pittorica e grafica, da sempre legata alla sua attività progettuale.

Informazioni sulla mostra

Apertura 1 giugno - 29 settembre 2019
9 – 19
Lunedì chiuso
www.aldorossielaragione.it

Costi biglietto

• Intero 10 euro,
• ridotto 8 euro per over 65, gruppi di almeno 10 unità, giovani dai 18 ai 25 anni,
• ridotto speciale 6 euro per le scuole e dai 6 ai 17 anni e possessori di PadovaCard e Promozioni
• ingresso gratuito per bambini fino a 5 anni, diversamente abili e loro accompagnatore, giornalisti nell’esercizio delle loro funzioni, guide turistiche.

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