Al Camploy riparte "L'Altro Teatro" con il Macbettu di Alessandro Serra
L’interpretazione degli attori, come era prassi nel teatro elisabettiano del Seicento, e come vuole il costume dei carnevali sardi, è rigorosa e asciutta, amplifica gesti e suoni.
Al Camploy riparte L’Altro Teatro, rassegna del Comune di Verona dedicata alla prosa sperimentale d’innovazione e alla danza contemporanea.
Appuntamento domani
Ad aprire il cartellone della sedicesima edizione, mercoledì 21 ottobre 2020 alle 20.45, sarà Macbettu di Alessandro Serra. Uno spettacolo che ha vinto i più prestigiosi premi italiani e ha già collezionato 200 repliche in tutto il mondo.
Il dramma shakespeariano è trasportato dal regista in un luogo arcaico e senza tempo. Il protagonista Macbeth si esprime in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, è interpretato da soli uomini. La riscrittura del testo operata dal regista, tradotta e adattata dall’inglese al sardo logudorese da Giovanni Carroni, si traduce in una interpretazione sonora e sposta la cruenta tragedia dalla Scozia in Barbagia. Terra evocata, mai nominata, quasi luogo metaforico di un passato ancestrale con i suoi segni e simboli e la potenza di un linguaggio dove la parola diventa canto, conquistando ed emozionando lo spettatore con tutta la sua forza espressiva.
L'idea nasce nel corso di un reportage fotografico
Macbettu traduce, e volontariamente tradisce, il suo riferimento testuale; valica i confini della Scozia medievale per approdare in Sardegna, terreno di archetipi, orizzonte di pulsioni dionisiache. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia, tra i suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Elementi che divengono suggestioni ed evocazioni che riportano indietro a un teatro arcaico, più antico di Shakespeare, in cui temi universali come brama di potere e violenza, solitudine e inganno, vendetta e superstizione ritrovano una valenza primordiale.
L’interpretazione degli attori, come era prassi nel teatro elisabettiano del Seicento, e come vuole il costume dei carnevali sardi, è rigorosa e asciutta, amplifica gesti e suoni.
Ogni cosa ha significato e suono
La scena spoglia è ri-creata dagli attori che animano lo spazio in una stilizzazione rigorosa e con loro ogni oggetto è elemento essenziale, in cui gli interpreti si muovono seguendo precise traiettorie coreografiche di una danza ancestrale.
Macbettu è uno spettacolo nel quale, anche le pietre, letteralmente, hanno significato e suono; drammaturgia e regia innovano la tradizione esaltando l’universalità del Bardo e offrendo allo spettatore un teatro che rapisce e sorprende. L’Altro Teatro è realizzato con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto, in collaborazione con Arteven.