Galleria MiconTi': il fascino delle sculture di legno
C'è ancora tempo fino a domani per scoprire le opere di Costa e Stellini a Villafranca.
E’ stata inaugurata sabato 15 dicembre, nella galleria MiconTi', sede dell’associazione culturale artisti MiconTI’ di Villafranca, la mostra "Tra sogno e realtà".
Galleria MiconTi': il fascino delle sculture di legno
Fino a domani, venerdì 22 dicembre, in Corso Vittorio Emanuele 158, sarà ancora possibile lasciarsi incantare dal fascino delle sculture in legno di Antonio (Toni) Costa e Massimiliano (Max) Stellini.
Galleria MiconTi': il fascino delle sculture di legno
Galleria MiconTi': il fascino delle sculture di legno
Toni Costa
Nasce a Verona nell'ottobre del '65. Inizia a metà anni Novanta a dare forma alle sue fantasie utilizzando il legno. "Spesso mi chiedo perché scolpire, perché tutto questo impegno, la polvere, l'arduo lavoro di portare a casa tronchi di vari quintali di peso con l'aiuto di amici... la risposta non la saprei dare con esattezza - racconta Toni - Mi piace lasciare libera la mente, le visioni che si susseguono troppo rapide per essere fissate tutte; servirebbe ben più di una vita per dare forma a tutto quello che passa per la testa. Adoro, ma al tempo stesso temo quell'incertezza viscerale che accompagna le prime fasi del lavoro, quando inizio ad estrarre il soggetto dalla materia grezza, quando dall'intuizione si passa all'azione. Alcune opere sono nate come una sorta di riscatto, per ridare una nuova esistenza a questi esseri viventi abbattuti per qualche motivo più o meno condivisibile. Nell'assistere al taglio sento inesorabilmente una pena profonda che si trasforma in immagini che poidevono prendere forma. Non sono mai andato alla ricerca di un tipo particolare di legno per dare forma alle mie idee e tanto meno atagliare una pianta viva. Utilizzo unicamente ciò che arriva casualmente tramite conoscenze".
Dall'estate 2012 l'artista ha iniziato un percorso nuovo, un'interessante tributo alla bellezza e alla sinuosità del corpo femminile. Per Costa la scultura diventa un viaggio in spazi sconosciuti, con la curiosità di vedere come andrà a finire. Le sculture sono state interamente svuotate finché non rimane uno spessore di 1-3 centimetri. Rimane così solo “l'abito”, il soggetto non c'è. "Uno dei segreti per riuscire a portare a termine queste opere è lavorare e soprattutto svuotare il tronco finché il legno è ancora fresco, tenendolo umido e lontano da fonti di calore - spiega l'artista - La stagionatura del tronco integro potrebbe dar origine a fessure che renderebbero inservibile il pezzo. Con questi lavori sto scoprendo che il vuoto ha una sua magia e ha altrettanta importanza del pieno, anzi lascia spazio all'immaginazione di creare un'identità a piacimento".