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L’opera “Tre donne” di Boccioni in esposizione per la prima volta a Verona

Il progetto "Ospiti fuori dal Comune", che consente oggi di mostrare al pubblico, nelle diverse sedi museali cittadine, importanti capolavori.

L’opera “Tre donne” di Boccioni in esposizione per la prima volta a Verona
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Alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, fino a marzo 2021, è visibile l’opera Tre Donne di Umberto Boccioni, prestito riconosciuto dalle Gallerie d’Italia di Milano, dalle collezioni di Intesa Sanpaolo.

Nuovo allestimento

Il dipinto, esposto per la prima volta a Verona, è da oggi visibile al pubblico nel nuovo allestimento della terza sala della GAM. Prosegue così l’attività veronese del ciclo di mostre dossier intitolato "Ospiti fuori dal Comune", dedicato a capolavori in prestito da collezioni di istituzioni italiane ed estere, che vengono presentati per un lungo periodo nei percorsi espositivi dei musei cittadini.

Grazie all’accordo di interscambio, il Museo di Castelvecchio ha concesso alle Gallerie d’Italia due opere di Giambattista Tiepolo, tra cui l’imponente olio su tela intitolato ‘Eliodoro e l’alto sacerdote Onia’, e una di Louis Dorigny che, dal prossimo 30 ottobre, saranno esposte a Milano in occasione della mostra sul Tiepolo organizzata nel 250° anniversario dalla morte.

Splendida opportunità

Le Tre Donne è stata presentata oggi, martedì 27 ottobre 2020 alla GAM dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore alla Cultura Francesca Briani, insieme al direttore dei Musei Civici Francesca Rossi. Il primo cittadino ha affermato:

“Un'opera molto bella e una splendida opportunità per la nostra città. Fino al prossimo marzo, oltre ai numerosi capolavori che costituiscono l’ampia collezione della GAM, è possibile ammirare e scoprire questa importante opera dell’artista Boccioni, frutto della fattiva collaborazione fra i Musei Civici veronesi e le Gallerie d’Italia. Proseguono, anche in questo periodo di difficoltà, i prestiti nazionali ed internazionali resi possibili dal progetto ‘Ospiti fuori dal Comune’, che consente oggi di mostrare al pubblico, nelle diverse sedi museali cittadine, importanti capolavori”.

L'assessore ha aggiunto:

“Creare relazioni e programmare iniziative condivise tra istituzioni sulla base di contenuti culturali di comune interesse è di vitale importanza per la sostenibilità delle attività dei musei. A maggior ragione lo è oggi, per superare l’emergenza che il nostro Paese sta attraversando. I prestiti ci consentono di mostrare al pubblico della GAM, in due sale espositive attigue, due capolavori straordinari, il dipinto Tre Donne di Boccioni e la Maternità di Previati”.

Rossi ha precisato:

“Ospiti fuori dal Comune è un progetto molto apprezzato dal pubblico perché, di volta in volta, si concentra sulla scelta di un’opera che rivela legami significativi con temi e contenuti distintivi del ricco patrimonio delle collezioni dei musei veronesi, o con il contesto storico della città e del territorio”.

Per informazioni, su orari di visita e costi del biglietto d’ingresso al museo, è possibile consultare il sito della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.

Tre donne

L’opera di Boccioni fu presentato dall’artista alla Permanente di Milano nel luglio 1910, poco dopo la firma del primo manifesto futurista. Filippo Tommaso Marinetti vide in questo ritratto di straordinaria qualità pittorica il primissimo tentativo per “superare l’Impressionismo, solidificarlo e determinare le luminosità”.
La singolare iconografia del triplo ritratto familiare è dedicata a tre donne che hanno segnato nel profondo gli affetti del pittore: l’amatissima madre Cecilia Forlani, la sorella Amelia e l’amica intima Ines. Le tre figure, soprattutto la madre, furono riprese più volte dall’artista nella fase pre-futurista. L’uso del controluce e di altri suggestivi effetti luminosi caratterizzano la maggior parte di questi ritratti. Nella grande tela Tre donne i raggi provengono da una finestra, di cui si può intuire la presenza nella parte sinistra dell’immagine, e intessono con pennellate allungate le tre figure. La luce, usata fino a quell’epoca per costruire i corpi, sembra ora smaterializzarli, annunciando la compenetrazione tra figura e ambiente che contraddistinguerà i successivi ritratti futuristi.

Il quadro è riconosciuto come un’opera chiave dell’artista al passaggio da un divisionismo alimentato dagli esempi di Giacomo Balla e Gaetano Previati allo stile futurista.

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