Ossario di Custoza 1800 teschi in mostra
Un belvedere mozzafiato e la storia del Risorgimento in un monumento unico nel suo genere.
Prosegue il progetto di valorizzazione dell'Ossario di Custoza in provincia di Verona, simbolo del Risorgimento, che ora si mostra al pubblico in una veste completamente rinnovata.
Le novità dell'Ossario di Custoza
Un belvedere mozzafiato e un pezzo di storia del Risorgimento gelosamente custodito in un monumento unico nel suo genere. Siamo nel Veronese, dove l’Ossario di Custoza ora si svela al pubblico in una veste completamente rinnovata. Con la sua inconfondibile struttura piramidale, questo luogo racconta come l'Italia - alla fine dell’800 - sia riuscita a dare vita a un luogo di grande suggestione dedicato alla storie e alla memoria dei fondamentali eventi militari: in questo angolo delle colline moreniche a sud del Lago di Garda sono conservati 1800 teschi di soldati
provenienti da diversi stati europei e di religionidifferenti, che combatterono tra il 1848 e il 1866 durante la Prima e Terza Guerra d'indipendenza.
Si tratta di un luogo conosciuto anche all’estero per le tristi vicende belliche che qui si consumarono, ma al contempo di un emblema transnazionale che rende questo angolo del Veneto non più terra delle guerre, bensì simbolo europeo di pace tra i popoli.
Ciò che lo distingue da altri ossari italiani di natura militare è la disposizione che è stata data ai crani e alle ossa esposte, a “diretto contatto diretto” con il visitatore che produce un forte impatto emotivo. Posto sul monte Belvedere, l’Ossario, con i suoi 40 metri d’altezza, svetta sul territorio circostante, mostrando la sua forza e il suo commovente significato.
Si sale infine, tornando "alla vita", al ballatoio, che ci concede uno sguardo panoramico a 360° su quello che fu il campo di battaglia, su Custoza e i suoi dintorni, ricordandoci quanto questo sia un territorio tutto da scoprire, dalla natura incontaminata e dalle produzioni enogastronomiche di altissima qualità.
La valorizzazione del sito
A memoria dei caduti di quelle guerre, nel 1879 l’architetto veronese Giacomo Franco progettò e inaugurò l’Ossario; dopo un restauro risalente al 2011 ed eseguito per il 150° dell’Unità d’Italia, dal 2015 è partito un nuovo progetto di valorizzazione del sito. Ora i visitatori possono ammirare il nucleo storico museale (la cripta, la cappella di Don Pivatelli e la sala in torretta) completamente rinnovato e, attraverso delle sale espositive multimediali, scoprire la storia di questo luogo “guidati” virtualmente da alcuni protagonisti delle battaglie stesse.
Le vicende belliche
Con la campagna militare del 1848 l’esercito sardo-piemontese e con quella del 1866 l’esercito del Regno d’Italia affrontarono il confinante impero austriaco, per espandere il territorio della nascente nazione italiana. Conosciute come prima e terza guerra d’Indipendenza, le operazioni si svilupparono nell’entroterra gardesano su un terreno prevalentemente collinare e culminarono nelle due battaglie di Custoza, combattute nel luglio 1848 e il 24 giugno 1866.
Nel 1877, i resti di quanti erano caduti in battaglia e interrati in fosse comuni furono esumati e raccolti in un ossario, progettato per divenire luogo di memoria patriottica e di culto laico, inaugurato il 24 giugno 1879.
Il progetto di un museo dell'Ossario
A Custoza di Sommacampagna, sul Colle del Belvedere, è sorto così uno dei più importanti ossari d’Italia, con quasi 2.000 resti raccolti nella cripta del monumento funerario.
Dal mese di maggio del 2018, i visitatori possono godere di una riorganizzazione degli spazi storici, in cui sono esposte le collezioni di proprietà dell’Ossario, e di un nuovo dispositivo per la divulgazione della storia delle battaglie e del monumento, ospitato nell’adiacente annesso, un tempo abitazione del custode del complesso.
Il belvedere: trasformazioni di un luogo
Il Belvedere è un’altura di 172 metri che domina l’abitato di Custoza. Quando sulla sua cima viene innalzato l’Ossario (1879), in cui raccogliere i resti dei caduti dei combattimenti, il sito storico divenne un importante luogo della memoria risorgimentale, meta di pellegrinaggio dei parenti e dei compagni d’arme e dei caduti. Con il venir meno delle generazioni protagoniste di quei fatti, il complesso del Belvedere divenne meta del nascente turismo di massa, attirato dalla sua posizione panoramica. Dagli anni 2000, il compendio dell’Ossario e il colle che lo ospita sono stati oggetto di una rinnovata attenzione che ha portato, a partire dal 2016 (anno del centocinquantenario della battaglia del 1866), alla realizzazione del progetto museale.
La cripta dell'ossario
Agli inizi del mese di agosto 1876 prese il via la riesumazione dei corpi che si trovano nei tumuli collettivi. Nel giugno del 1879, le ossa furono collocate nella cripta dell’Ossario a cura del conte veronese Carlo Gazola, che si occupò di collocare in buon ordine sopra mensole di pietra i crani e di accatastare razionalmente le restanti ossa nel centro del seminterrato. Questo processo di “doppia sepoltura”, ha consentito alla comunità dei vivi di entrare in dialogo con i caduti sul campo di battaglia.
Sala Gazola: l'esposizione archeologica
La collezione, nata come raccolta di cimeli, si presenta come una costellazione frammentaria degli oggetti di cui si circondava il soldato del diciannovesimo secolo. Il visitatore si rapporta a essi come a reperti archeologici affiorati nello scavo: porzioni di daghe e di baionette, foderi, talloni per aste di lancia, bacchette-scovoli per fucili austriaci, armature di revolver, fregi per bandoliere in uso presso le truppe a cavallo, coccarde in sottile lamina metallica, giugulari a scaglie per elmi, borracce, bicchieri, rasoi, pipe e piccoli pezzi devozionali, riemersi in superficie assieme ai resti dei loro proprietari.
La casa del custode: le nuove sale espositive
Annessa all’Ossario vi è una costruzione civile, voluta all’epoca come residenza del custode del complesso, che svolse questa funzione sino al 2010. I piccoli locali al suo interno sono stati, ora, rivisti per ospitare le nuove sale museali previste nel progetto. Il visitatore si sposta tra le stanze e gli spazi dell’edificio come tra altrettante “stazioni”, tra i volti e i nomi, i tempi e i luoghi della battaglia. Ad attendere il visitatore in due sale della Casa del Custode, sono alcuni testimoni diretti delle storie che vi si raccontano. E sono le loro voci e la loro presenza fisica a suscitare emozioni: due generali, un giovane ufficiale destinato a diventare uno degli scrittori più amati dell’Italia post-
risorgimentale, un prete di campagna, un influente teorico dell’architettura. Sono loro che accompagnano, come vere e proprie guide, alla scoperta dei fatti e delle circostanze.
La gestione dell’Ossario e del nuovo Museo è a carico dalla Coop. Sociale I Piosi di Sommacampagna che si avvale della collaborazione dell’Associazione culturale Créa di Custoza (info@creacustoza.it), impegnata da un decennio nello studio e nella conoscenza dei siti storici del territorio legati al periodo risorgimentale. Recentemente l’Associazione ha pubblicato il volume “Il giorno della gran battaglia – Custoza 24 giugno 1866”.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito dell'ossario o quello della cooperativa che lo gestisce.