Swinger, storica azienda di Bussolengo, che produce jeans, causa il mancato rinnovo della licenza di produzione per conto di una grande firma della moda, si vedrebbe costretta a dimezzare il proprio organico.
L’importante cliente sembra che da solo valesse una importante fetta del fatturato aziendale tanto che a farne le spese potrebbero essere almeno 70 dei 148 dipendenti attuali, licenziamento sul quale è stata data comunicazione alle parti interessate, ovvero i sindacati.
Il fronte della rappresentanza sindacale, però, non sarebbe coeso, tanto che se Cisl propende per una soluzione manovrata dai singoli lavoratori in base alla loro situazione, Cgil è contraria alla proposta aziendale.
Questa sarebbe la sintesi dell’incontro tenutosi la scorsa settimana per gestire gli esuberi: Cisl ha accettato le proposte, Cgil no.
Fatto gli è che, stante la attuale normativa – nomen omen – sarà l’impresa a farla da padrone forte dei 45 giorni di tempo a sua disposizione per trovare un accordo con i lavoratori, decorsi i quali essi potrebbero chiedere l’intervento del tavolo di conciliazione regionale.
La Cgil
La china però è già imboccata tanto che paiono quasi risibili le proteste Cgil la quale per bocca di Gianni Morandini, segretario Filctem Cgil Verona eccepisce che:
“non sarebbero state recepite le richieste avanzate dei lavoratori, a partire dalla clausola di salvaguardia rispetto alla decorrenza dei termini dei licenziamenti“.

La Cisl
Ad avviso di Massimo Recchia, di Femca Cisl Verona, invece:
“non avrebbe senso rifiutare la possibilità di uscite volontarie o la gestione da parte dei singoli lavoratori, di concordare esodi anticipati remunerati o che tengano conto delle singole anzianità per non perdere eventuali benefici di legge“.

Scontato il confronto al tavolo regionale
Scontato pare comunque il confronto al tavolo di crisi della Regione Veneto dove si andrebbe, come già sperimentato, solo per stabilire numeri e tempi della Cassa Integrazione Guadagni.
In tutto questo
In tutto questo ci rimette, forse per l’impostazione del confronto su basi più ideologiche che pratiche, l’unità della rappresentanza sindacale, che sarebbe il peggior modo per fare l’interesse dei lavoratori, tanto che, mentre ci si avvia al licenziamento collettivo, Cgil ammette già che si tratterà:
“della maggior crisi da gestire in provincia di Verona“

per la quale è pronta ad assistere individualmente i lavoratori.