L’Upi Veneto a Conte sulla Fase 2: "A rischio l’intero sistema economico e sociale"
Questa lettera è stata sottoscritta in modo unitario dai Presidenti delle Province Venete e dal Sindaco della Città Metropolitana di Venezia, mettendo da parte le diverse sensibilità politiche per la tutela sociale ed economica dei nostri territori

Rivedere le modalità di individuazione delle atvità che potranno riprendere il 4 maggio 2020, valutare l’apertura di bar e ristorant in sicurezza anche prima di giugno, garantre tempistche certe al riavvio del comparto del turismo,
revedere gli strument fnanziari per tutelare il trasporto pubblico locale.
La lettera inviata a Conte
Questi sono alcuni dei temi della letera dell’Upi regionale che verrà inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e che è stata sottoscritta da tutti Presidenti delle Province Venete e dal Sindaco della Città Metropolitana di Venezia. Istanze che tengono conto delle peculiarità del sistema veneto e delle "possibili gravi ricadute di ordine economico e sociale" per gli aspetti che riguardano le tempistche e la modalità di individuazione delle attività che potranno riprendere il 4 maggio 2020.
Che cosa viene richiesto
Riavvio delle attività
I firmatari, in primo luogo, ritengono sia da superare definitivamente l’individuazione delle atvità da avviare "con il ricorso ai codici Ateco e con l’elencazione puntuale", e che sia da consentire invece una ripresa generalizzata, salvo casi particolari a tutela del bene primario della salute e della sicurezza dei cittadini. Ripresa che contempli misure da osservare per il contenimento del contagio e linee guida "eventualmente articolate per tpologia e condivise con Enti Locali e categorie", come in parte già avvenuto attraverso i protocolli che riguardano, ad esempio, trasporti e costruzioni. Su quest’ultimo settore, riferendosi ai canteri, i Presidenti sottolineano come sia necessario garantire i servizi essenziali per i lavoratori, in particolare pernottamenti e mense allestite, nel rispetto rigoroso del distanziamento sociale, anche presso le attività di ristorazione. E su bar e ristoranti, la cui chiusura è ipotizzata fino a giugno, la lettera evidenzia come tale previsione "rischi di compromettere definitivamente la sopravvivenza di comparti che occupano decine di migliaia di persone" e invita dunque il Governo a rivalutare tale sospensione. Altro comparto che richiede indicazioni certe su tempi e modalità è quello del turismo perché "imprenditori e lavoratori hanno bisogno di sapere quando e come potranno tornare a fare il loro mestere, perché siamo ormai al conto alla rovescia". Se si attende ancora, affermano infatti i Presidenti, "la stagione estiva sarà definitivamente e totalmente compromessa".
Scuole e trasporto pubblico locale
La lettera evidenzia come la scuola continui purtroppo ad essere "la grande assente del dibatto, nonostante i ripetuti appelli sollevati da UPI" e tra questa la richiesta da parte delle Province italiane della "verifica dell’opportunità di riapertura di edifci scolastici per assicurare alle famiglie in grandi difficoltà almeno i servizi estivi”. Quesito su cui non c’è stata ancora risposta. Legato alle scuole c’è inoltre il tema del trasporto pubblico locale di competenza provinciale. I mancati introiti da parte dei gestori metono infatti a rischio il servizio. L’Upi Veneto richiede perciò, per gli anni 2020 e 2021, di incrementare l’entità del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, al fne di consentire alle Regioni e di conseguenza alle Province "di poter riequilibrare i contratti di servizio con i gestori a fronte della riduzione degli introiti tariffari causata dall’emergenza
epidemiologica da COVID-19".
Aspetti finanziari e rilancio dell’economia
Per quanto riguarda i conti pubblici, l’Upi Veneto propone la costituzione di un fondo adeguato destinato a recuperare il mancato getto delle entrate degli Enti locali. Non "un fondo indistinto" con "assegnazioni stabilite a ttolo di contributo generico", ma mirato per ogni singolo Ente in relazione all’effettiva necessità. Sul tema delle opere la lettera ricorda come un rilancio del Paese possa avvenire anche attraverso Province, Comuni e Città metropolitane, dando impulso e sostegno a un piano di manutenzione, modernizzazione ed efficientamento del patrimonio pubblico. I presidenti spiegano:
"Continuare a puntare soltanto sulle grandi opere non è la risposta correta al bisogno di inietare liquidità nell’immediato sui territori. Considerare strategica l’apertura di migliaia di piccole opere, agendo sui sistemi e sulle conomie locali. Interventi su edilizia scolastica, strade e ponti. Un rilancio degli investmenti che sarà possibile solo alla luce di misure di semplificazione e accelerazione delle procedure di appalto per 'le fasi di programmazione', progetazione e affidamento dei contratti pubblici sotto e sopra soglia comunitaria".
Manuel Scalzotto Presidente della Provincia di Verona ha affermato:
"Questa lettera è stata sottoscritta in modo unitario dai Presidenti delle Province Venete e dal Sindaco della Città Metropolitana di Venezia, mettendo da parte le diverse sensibilità politiche per la tutela sociale ed economica dei nostri territori. In queste ore sto condividendo il testo anche con gli altri colleghi sindaci scaligeri. Edilizia, turismo, ristorazione sono settori strategici per tutto il veronese. Senza certezze nella ripartenza, rischiamo di veder presto chiudere moltissime attività con gravi ripercussioni estese ben oltre i comparti direttamente interessati".
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