Turismo fermo, pioggia di disdette per Pasqua: stop ai contratti stagionali sul Lago di Garda
La vaccinazione è al momento l’unico strumento utile a garantire l’esercizio in piena sicurezza dell’attività turistica.
Proseguono le chiusure forzato sul Lago di Garda a causa della zona rossa e il turismo torna con le “quattro frecce” e si fermano i contratti stagionali.
Turismo fermo
La zona rossa impone le chiusure forzate sul Lago di Garda e questo porta ad anticipare la seconda Pasqua senza turisti. Inevitabile la pioggia di disdette per le prenotazioni agli hotel, agriturismi e campeggi.
Anche quest’anno le strutture ricettive rimarranno chiuse e, secondo le previsioni, almeno fino alla metà di maggio. E’ un inevitabile danno economico per le aziende che si ritrovano a dover perdere ben due stagioni turistiche. A causa dei mancati incassi e anche della chiusura forzata, anche i contratti stagionali vengono fermati momentaneamente in attesa delle tanto sperate riaperture.
Si spera nei vaccini
Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda ha affermato:
“La vaccinazione è al momento l’unico strumento utile a garantire l’esercizio in piena sicurezza dell’attività turistica. Poter certificare ai turisti in arrivo il pieno rispetto delle normative anti-Covid all’interno della rete di accoglienza turistica, dall’albergo al ristorante, agli uffici di informazione turistica, potrebbe diventare un elemento decisivo per accrescere l’attrattività del nostro territorio”.
Dati alla mano
Le vacanze di Pasqua rimarranno quindi una chimera. La ripresa molto intensa della circolazione del virus e una campagna di vaccinazione ancora lenta, bloccano partenze e progetti di vacanza. Rassegnazione e realismo dunque sono le due componenti che emergono con chiarezza dall’indagine realizzata a fine febbraio da SWG per conto di Confturismo.
E’ emerso che il 37% degli intervistati quest’anno farà meno vacanze dell’anno scorso. Il 43% degli intervistati avrebbe voluto fare una seppur breve vacanza a Pasqua non si sarebbe comunque mosso dalla propria Regione, o al massimo sarebbe andato in una Regione confinante pernottando 1 o 2 giorni, prevalentemente in case di proprietà, in affitto o di amici e parenti.
L’indice di fiducia si assesta ormai da 3 mesi su valori piuttosto "deprimenti" raggiungendo, a febbraio, quota 50 su 100, 10 punti sotto febbraio 2020. Commentando i dati dell’indagine, il presidente di Confturismo, Luca Patanè, ha sottolineato che:
“Dopo oltre un anno di fermo macchina, la ripartenza del turismo, che si allontana di mese in mese, dovrà essere sostenuta e accompagnata a lungo con misure specifiche su credito, fiscalità, lavoro, e con una programmazione adeguata. Il nuovo Ministero del turismo è un grande segnale ma tre mesi per renderlo totalmente operativo sono impensabili, soprattutto ora che il Governo sta intervenendo sul PNRR approvato a gennaio, che al settore dedica attenzione a dire poco marginale. Siamo a disposizione del Ministro e del suo staff con progetti concreti, non chiacchiere, e con una visione del turismo coerente con quanto il COVID ci ha insegnato, soprattutto in tema di trasversalità al resto dell’economia e di elementi su cui puntare per il rilancio, incluse componenti innovative”.