Marco Carta è pronto per le nozze con il veronese Sirio e pensa anche a diventare padre
Il cantante ha rivelato di voler attendere la fine dell’emergenza sanitaria per poter ricordare il giorno delle nozze per tutta la vita e riuscire a festeggiare con gli amici.
Il cantante Marco Carta ha rivelato di essere pronto a sposare il veronese Sirio appena finirà l’emergenza sanitaria.
Marco Carta è pronto per le nozze con il veronese Sirio
Marco Carta ne ha fatta di strada dalla vincita di “Amici” di 13 anni fa, ora è pronto a creare una famiglia con il suo compagno, Sirio Filippo Campedelli, 35 anni nato a Verona. Sirio dal 2000 al 2005 ha frequentato il Liceo Classico per poi iscriversi all’Università degli Studi di Milano per frequentare il corso di Organizzazione e Risorse Umane.
Non si conoscono molti dettagli della sua vita perché è un uomo riservato, quello che è certo è che ha lavorato come addetto alle vendite per diversi negozi di abbigliamento di alta moda come per esempio Prada, Christian Dior, Dolce e Gabbana mentre attualmente lavora per il negozio di Giambattista Valli.
Vorrebbe anche diventare padre
Marco Carta e Sirio sono fidanzati da sei anni e, in un’intervista a Vanity Fair, il cantante ha annunciato di essere pronto a sposarsi con Sirio affermando:
“Mi piacerebbe molto sposarmi, e di certo lo farò. Prima, però, vorrei si esaurisse l’emergenza sanitaria. Vorrei ricordarmi il giorno delle mie nozze per tutta la vita, festeggiare con gli amici e una serenità che sia vera e totalizzante”.
Durante l'intervista a Vanity Fair ha poi aggiunto:
“Trovo triste che in Italia una coppia omosessuale non possa avere un figlio. L’utero in affitto è una pratica molto lontana dallo spirito ecclesiastico che ha l’italiano, e lo capisco. Però, ci sono migliaia di bambini che crescono senza genitori, in orfanotrofi. Mi chiedo perché non dar loro due papà. Trovo uno spreco che delle creature così piccole siano lasciate marcire in posti senza amore. Mi piacerebbe adottare e mi piacerebbe mettere al mondo un figlio con un utero in affitto, nome tremendo per questa pratica. Non la trovo disumana, se all’origine c’è l’atto consapevole e compassionevole di una donna, che decide di aiutare un amico, un familiare, un estraneo. Lo sfruttamento, quello e solo quello, è da condannare”.
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