Approvata variazione al bilancio
Il Consiglio comunale si è riunito giovedì 12 luglio, alla sera.
Approvata variazione al bilancio. Il Consiglio comunale si è riunito giovedì 12 luglio, alla sera.
Bilancio di previsione, variazioni
Approvate dal Consiglio comunale di giovedì 12 luglio, alla sera, con 22 voti favorevoli e 11 astenuti, le variazioni al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2018-2020. In particolare, 4.316.846 euro dell’avanzo di Amministrazione 2017 sono destinati: per euro 1.939.676 a favore dei servizi sociali, di cui 213.280 euro per attività di telecontrollo e telesoccorso, 918.732 euro per attività collegata a interventi sociali nell'ambito del Lascito Forti, 807.663 euro per attività relativa all'assistenza domiciliare integrata; per euro 800.000 per manutenzione straordinaria strade e marciapiedi delle circoscrizioni; per euro 790.000 per interventi su reti fognarie acque bianche a Veronetta; per euro 600.000 per la manutenzione straordinaria di facciate, serramenti, balconi del fabbricato sito in via Trecca, 2; per euro 187.170 per la realizzazione di nuove forestazioni.
Quattro emendamenti
Accolti dall’assessore al Bilancio Francesca Toffali tutti i 4 emendamenti collegati a firma dei consiglieri di maggioranza. Tra questi, in particolare, l’emendamento a firma del sindaco Federico Sboarina che destina 250 mila euro di maggiori entrate per il progetto di solidarietà comunale “Nuove povertà”. Le risorse derivano dalla vendita delle gratuità riconosciute al Comune in occasione di spettacoli extra lirica in Arena.
Debito fuori bilancio
Approvato, con 22 voti favorevoli, 2 contrari e 7 astenuti, il riconoscimento della legittimità di debito fuori bilancio pari a 602.315 euro nei confronti della ditta Lepanto 2 srl. L’importo rappresenta la parte di quota relativa agli onere di custodia di 574 veicoli che sono stati affidati alla ditta Lepanto, quale custode, dal 2001 al 2008, anno di entrata in vigore del S.I.V.E.S. – nuovo sistema di gestione dei veicoli sottoposti ai provvedimenti di fermo, sequestro e confisca. A seguito dell’ordinanza del Giudice del Tribunale di Venezia, il Comune di Verona è condannato oggi al pagamento di complessivi 602.315 euro, e di 460.000 euro di capitale, 101.200 di IVA e 41.115 di interessi legali.
Relazione del garante dei diritti delle persone
Ad inizio seduta il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Verona Margherita Forestan, ha infine illustrato al Consiglio la relazione sull’attività svolta nel 2017. “A fine 2017 – ha spiegato la garante – le persone detenute a livello nazionale sono salite ad oltre 57 mila, 3 mila in più rispetto al 2016 e i posti disponibili sono sempre 50 mila circa. In riferimento al Carcere di Montorio, la popolazione carceraria è passata dai 470 detenuti del 2016 ai 513 del 2017, con 196 detenuti in eccesso rispetto alla capienza della struttura. I dati più recenti ci indicano nel 34% del totale della popolazione detenuta le persone - spacciatori, spacciatori-consumatori, trafficanti - coinvolte nel mondo della droga, con in crescita il numero di cittadini stranieri provenienti dall’area del Maghreb e Centro Africa. Una situazione che accresce indubbiamente le situazioni di disagio all’interno dell’istituto penitenziario. Da considerare che gli episodi di violenza e di sopraffazione registrati nel 2017 sono stati 1429, tra i quali risultano più frequenti: incendi dolosi – danneggiamenti gravi - risse – manifestazioni di protesta collettive, tentati suicidi; e nei confronti del personale: aggressioni, minacce e oltraggio. Sono stati 545 i colloqui individuali e 12 di gruppo tra il Garante e le persone detenute. Nonostante i 142 giorni trascorsi in carcere il tempo non basta mai e le richieste spaziano dal privato al mondo della pena, dalla spiegazione dei contenuti delle sentenze alla verifica delle istanze, dai solleciti alle istituzioni alle necessità mediche, dalle piccole proteste alle proposte collettive alla semplice necessità di una parola di sostegno. Questi i principali problemi che emergono: la territorialità della pena; la necessità di rendere più facili gli accessi dei famigliari; la difficoltà di produrre i documenti familiari e telefonici per poter chiamare le famiglie, soprattutto in Paesi dove non esistono uffici anagrafici; il problema del lavoro; la richiesta di accedere alle comunità terapeutiche da parte della popolazione carceraria sia italiana che straniera”.