Il ministro Fontana dice sì a possibili modifiche alla legge Pillon

Il ministro Fontana dice sì a possibili modifiche alla legge Pillon

Il ministro Fontana dice sì a possibili modifiche alla legge Pillon
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Di Brescia, 47 anni, l’avvocato e senatore Simone Pillon (Lega, già fondatore del Family Day) è il primo firmatario di un disegno di legge (“Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”) che vorrebbe modificare la disciplina dell’affido condiviso dei figli minori per i genitori divorziati. Sotto la lente in particolare la cancellazione dell’assegno di mantenimento.

Il disegno di legge ha suscitato tantissime perplessità, anche fra gli stessi leghisti e gli alleati di governo, 5 Stelle.

Martedì inizieranno le audizioni in Commissione giustizia, ma il disegno di legge potrebbe slittare o subire variazioni importanti.

Assegno di mantenimento addio?

Il mantenimento diretto e proporzionale sarebbe il fulcro della riforma: via l’assegno di mantenimento, rimarrebbe solo quello coniugale. E in caso di separazione con minori entrerebbe in gioco la figura del mediatore familiare per le coppie incapaci di trovare un accordo.

“L’assegno coniugale non si tocca. La contribuzione per i bisogni del minore rimane caposaldo e sarà proporzionale alle capacità economiche dei due genitori, che però pagheranno direttamente le spese dei figli”, ha dichiarato Pillon.

L’assegno di mantenimento in pratica andrebbe a sparire perché i figli avrebbero due case, doppio domicilio e tempo, equamente diviso, tra mamma e papà.

Le perplessità del ministro veronese Fontana

Da settimane si susseguono le critiche al ddl, non solo da parte di associazioni femministe o dal centro sinistra ma anche da Forza Italia e all’interno della stessa Lega.

Persino il ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, di certo non un progressista, ha sollevato delle perplessità. E con lui anche il Movimento 5 Stelle, che sembrerebbe non intenzionato a votare il disegno di legge così come è stato presentato.

Dunque non è difficile pensare che il centinaio di audizioni in programma in Commissione possano far slittare (forse volutamente?) almeno per un po’ l’approvazione della legge.

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