Election Day

Zaia furioso su elezioni: “Imbarazzante assistere ad un Parlamento bloccato con amministratori scaduti”

Si parla nuovamente di voto e del possibile rinvio: una decisione che va contro "non solo alla democrazia, ma anche all'autonomia delle Regioni.

Zaia furioso su elezioni: “Imbarazzante assistere ad un Parlamento bloccato con amministratori scaduti”
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Il punto stampa di oggi, 10 giugno 2020, con gli ultimi aggiornamenti. Ospite la dottoressa Annamaria Cattelan.

Il bollettino aggiornato

I tamponi effettuati sono 772.767, ovvero 10.669 in più rispetto a ieri. I positivi sono 19.194 (+3) mentre in isolamento ci sono 878 (+20): si tratta di un nucleo familiare che è stato ad un matrimonio a Bologna e adesso è in isolamento fiduciario. I ricoverati sono 300 (-5) di cui 66 positivi. Le terapie intensive sono 15 ma nessun Covid. Dimessi 3.464 (+5), morti 1.961, numero confermato rispetto a ieri (di questi, 1.405 sono deceduti in ospedale). I nati sono 100.

Alcuni aggiornamenti

La direzione è segnata. Da un lato, la bella notizia di Vo’ Euganeo:

“Sto portando avanti anche il tema di un riconoscimento ufficiale e il Presidente mi ha dato la totale disponibilità. Si inaugurerà l’anno scolastico con il Presidente della Repubblica, i bimbi, gli insegnanti e la cittadinanza: credo sia un bel riconoscimento per la storia epidemiologica di Vo’ ma anche per il personale sanitario. Ricordiamo che il primo morto in Italia era proprio di Vo’ ed è qui che sono stati fatti i primi 3mila tamponi e tutto quello che sapete meglio di me.”

Questa notizia si aggiunge alla dichiarazione favorevole da parte del Presidente della Repubblica per l’autonomia del Veneto. Sono state poi annunciate 90 borse di studio per gli specializzandi del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Si torna al corso che aprirà a Treviso:

“Col Governo, spero che questa partita si chiuda in maniera pacifica, senza spendere soldi in avvocati e senza farci venire il mal di fegato”

Election day

E’ ancora braccio di ferro tra Governo e Regioni. La data scelta è quella del 21/22 settembre ma dalle Regioni sono arrivate numerose proteste. Il commento di Zaia:

Credo sia imbarazzante assistere ad un Parlamento bloccato da un dibattito sulla convocazione delle elezioni quando ha davanti degli amministratori scaduti. Dal 30 maggio, 6 presidenti di regione e 1500 sindaci hanno concluso la loro legislatura. Questo Paese sta scrivendo una pessima pagina di storia: non andare a votare, che è la sublimazione della democrazia. Noi cittadini siamo chiamati a scegliere i rappresentanti. E’ un Paese che non vuole andare a votare e non vuole riconoscere che gli organi devono essere scelti dal popolo. Chi porta avanti questa idea è contrario non solo alla democrazia, ma anche all’autonomia delle Regioni. E’ stato fatto un emendamento per vietare alle Regioni di convocare le urne prima del 15 settembre, bloccando le due domeniche iniziali della finestra elettorale. Verrà ricordato anche questo.”

Il decreto prevede anche la possibilità di inviare ulteriormente le elezioni, nel caso in cui il virus dovesse tornare. Ciò comporterebbe un salto di un anno per presidenti e sindaci non in carica.

L’intervento della dottoressa Cattelan

Primario delle malattie infettive dell’azienda ospedaliera, la dottoressa Cattelan ha rivestito un ruolo fondamentale per l’emergenza.

“Questa guerra abbiamo saputo combatterla bene sin da subito, anche se noi infettivologi eravamo convinti che mai questa epidemia avrebbe varcato i confini dell’Italia. Il 21 Febbraio, a Padova, stavamo facendo un convegno sulle infezioni da HIV per dire quanto eravamo concentrati sul altre patologie, eppure proprio quel pomeriggio c’è stato il primo caso di infezione da Coronavirus e lì è cambiato tutto

E’ stato un lavoro di squadra molto importante che ha permesso al Veneto di ottenere eccellenti risultati. Solo nella tensostruttura di Padova sono stati fatti più di 13mila tamponi a 7800 pazienti arrivati lì perché avevano il sospetto di aver contratto il Covid: nel 70% dei casi, i pazienti erano sintomatici. Dal primo giorno, è stato possibile controllare gli operatori sanitari e metterli in sicurezza, tant’è che nessuno si è infettato all’interno delle strutture, nelle prime 8 settimane di controlli. Altro dato fondamentale è quello dei pazienti ricoverati: 303 al 20 di maggio, che sono arrivati direttamente al reparto malattie infettive e che hanno permesso di studiare età media (intorno ai 60 anni), patologie associate e ottenere risultati migliori.

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