A fine ottobre arriverà anche in Italia il primo vaccino contro la Chikungunya, la malattia virale trasmessa dalla zanzara tigre. Si tratta di un vaccino ricombinante, già approvato negli Stati Uniti, nell’Unione europea e nel Regno Unito, e autorizzato in Italia lo scorso maggio dall’Aifa, Agenzia italiana del farmaco. Sarà disponibile sul mercato a partire dal 30 ottobre.
A Verona si sono registrati alcuni dei focolai autoctoni più significativi del 2025: una situazione che ha spinto le autorità sanitarie a rafforzare i controlli e le campagne di sensibilizzazione, in attesa proprio di un vaccino come vimkunya. Da allora la conta ufficiale dei casi locali si è persa, ma circa un mese fa i casi nella provincia veronese avevano già superato la sessantina.
Cos’è la Chikungunya
La Chikungunya è una malattia virale trasmessa dalla zanzara Aedes albopictus, conosciuta come “zanzara tigre”. Provoca febbre alta, stanchezza, eruzioni cutanee e soprattutto forti dolori articolari, tanto da essere chiamata in alcune lingue “la malattia che piega in due”. In più del 40% dei casi i sintomi possono diventare cronici e durare per mesi o anni.
L’annuncio è stato dato durante il congresso della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), svoltosi a Bologna, dove gli esperti hanno presentato i risultati degli studi clinici condotti con il contributo dell’azienda Bavarian Nordic.
Come funziona il vaccino
Il nuovo vaccino è di tipo VLP (virus-like particles), cioè contiene particelle che imitano il virus ma non possono causare la malattia. Serve a “insegnare” al sistema immunitario a riconoscere il virus vero e proprio, creando una difesa efficace.
Negli studi clinici si è visto che l’immunità comincia a svilupparsi già dopo una settimana dalla somministrazione e diventa pienamente protettiva dopo circa 21 giorni. È indicato per tutte le persone dai 12 anni in su e ha mostrato un buon profilo di sicurezza, con effetti collaterali lievi o temporanei.
Secondo gli esperti, questo vaccino potrà proteggere i viaggiatori diretti in aree tropicali o subtropicali, ma anche aiutare a contenere eventuali focolai autoctoni, come quelli segnalati nel 2025 in Emilia Romagna e in Veneto.
I dati sulla diffusione
Secondo l’Istituto superiore di sanità, al 7 ottobre 2025 in Italia sono stati 398 i casi confermati di Chikungunya, un numero molto più alto rispetto ai 17 del 2024. A livello mondiale, il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha segnalato circa 317mila casi e 135 decessi in 16 Paesi, anche se le cifre reali potrebbero essere superiori.
La crescita dei contagi è legata al cambiamento climatico e alla globalizzazione: l’aumento delle temperature permette alla zanzara tigre di sopravvivere in zone sempre più ampie e per più mesi all’anno, mentre i viaggi e gli scambi internazionali facilitano la diffusione del virus.
Le avvertenze e i consigli dei medici
Il vaccino rappresenta un’importante forma di protezione, ma non sostituisce le normali misure preventive. Gli esperti raccomandano di:
- usare repellenti contro le zanzare;
- indossare abiti chiari e coprenti, specialmente durante il giorno, quando la zanzara tigre è più attiva;
- evitare ristagni d’acqua vicino a casa, dove le zanzare si riproducono;
- rivolgersi al medico o al centro vaccinale prima di partire per Paesi tropicali o subtropicali.
Il vaccino non è consigliato a bambini sotto i 12 anni e va somministrato solo dopo valutazione medica, soprattutto in caso di allergie o problemi di salute particolari.