A Verona, tra il 13 ed il 14 novembre 2025, durante un intervento durato oltre 11 ore, è stato eseguito il primo impianto di un cuore artificiale totale in Veneto, un intervento storico realizzato presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (Aoui).
L’operazione, effettuata su un paziente 50enne con scompenso cardiaco non candidabile al trapianto, è un “ponte” verso un futuro trapianto e ha coinvolto un’équipe multidisciplinare coordinata dal prof. Giovanni Battista Luciani.
L’intervento
L’impianto ha riguardato un “cuore artificiale permanente”, ovvero un dispositivo meccanico di ultima generazione che sostituisce completamente la funzione del cuore umano.
La persona operata è un 50ene affetto da scompenso biventricolare avanzato, la cui condizione non gli consentiva un trapianto di cuore tradizionale.
L’intervento sarebbe stato pensato come soluzione temporanea per stabilizzare le condizioni del paziente e permettere il miglioramento dell’ipertensione polmonare che ne impedisce un normale trapianto.
L’operazione è stata condotta da un’équipe altamente specializzata e multidisciplinare sotto il coordinamento del prof. Giovanni Battista Luciani.
L’intervento, come detto, è durato circa 11 ore, dalle 8:00 alle 19:20, una durata normale per questo tipo di procedura complessa al termine della quale il paziente ha affrontato un periodo di riabilitazione post-operatoria intensiva, necessario per il recupero dopo un intervento così delicato.
Questo intervento segna un traguardo storico per la cardiochirurgia veneta, evidenziando l’avanguardia tecnologica e la competenza medica raggiunte dalla regione.
Il professor Giovanni Battista Luciani
Luciani è il direttore della Unità operativa complessa di Cardiochirurgia, e l’operazione di ieri cade esattamente a quarant’anni dal primo trapianto di cuore realizzato in Italia, a Padova, tanto che Luciani ha dedicato l’operazione alla memoria del professor Gallucci, suo maestro:
“Dedico il trapianto di stanotte alla memoria del mio maestro prof Gallucci che, in maniera lungimirante, 40 anni fa aveva intuito che il futuro della cardiochirurgia sarebbe stato nelle macchine, cioè nel cuore artificiale”.

L’equipe
Dall’Azienda sanitaria fanno sapere che in sala operatoria erano presenti, oltre alla squadra del professor Luciani, anche l’ingegnere biomedico della Carmat, l’azienda francese che ha sviluppato e brevettato il cuore artificiale. La stessa professionista aveva seguito, a marzo, l’impianto eseguito all’ospedale di Borgo Trento, il primo in Veneto e il quarto in Italia dopo Napoli, Roma e Milano, oltre che il primo all’interno di un policlinico universitario.

Oltre dall’equipe del professor Luciani, l’iter in Terapia intensiva è stato seguito dallo staff del professor Leonardo Gottin.
“Ringrazio tutti quanti, questa notte, hanno affrontato con me il complesso intervento – ha detto Luciani. La nostra esperienza veronese dimostra la lungimiranza del prof. Gallucci, questo cuore artificiale è stato salvavita e ha permesso al paziente di arrivare al trapianto a cui era destinato. Aver fatto qualcosa che il mio maestro preconizzava 40 anni fa, – ha concluso il dottor Luciani – è per me di grande importanza e una continuazione ideale dei suoi insegnamenti. Gli stessi che con il prof. Mazzucco e Faggian abbiamo sempre vivi nei ricordi”.
L’équipe dell’intervento
Il prof. Luciani nel corso del delicato intervento ha guidato il gruppo composto dai cardiochirurghi Livio San Biagio, Alessandra Francica e Antonella Galeone, dagli anestesisti prof. Leonardo Gottin, quindi Elena Caporossi e Bruno Dal Corso. Erano inoltre in sala i tecnici perfusionisti Rocco Tabbì e Vanessa Milete, nonché gli infermieri strumentisti Enrico Marcolungo e Chiara Castellarin.