Studentessa 15enne in Dad costretta a bendarsi durante l’interrogazione
Rete degli Studenti Medi di Verona: "Siamo sconvolti e amareggiati dalle decisioni repressive prese della professoressa, ma purtroppo non sorpresi".
Sono in corso delle indagini da parte dell’Ufficio scolastico regionale sull’episodio veronese dove una studentessa di 15 anni si è vista costretta a bendarsi con una sciarpa durante l’interrogazione di tedesco perché la professoressa aveva il timore che la ragazze potesse leggere eventuali appunti.
Studentessa 15enne in dad costretta a bendarsi
Un caso che ha fatto indignare gli studenti, è quello di una 15enne che frequenta un liceo di Verona che si è vista costretta a bendarsi con una sciarpa mentre era interrogata in dad. Ormai è risaputo, almeno una volta nella vita ogni studente ha adottato uno dei numerosi “trucchi” per riuscire a copiare: tra bigliettini minuscoli nascosti nell’astuccio, scritte sul righello o sul banco, ogni espediente era buono per riuscire a portare a casa la sufficienza.
Ora con la didattica a distanza, i docenti hanno imparato a riconoscere i nuovi escamotage degli alunni: appunti attaccati al bordo del computer, libri, pagine web aperte, file con riassunti e non solo. La scorsa settimana, in un liceo di Verona, una docente di tedesco mentre stava interrogando una studentessa, aveva il forte dubbio che la ragazza stesse leggendo degli appunti e così le ha chiesto di coprirsi gli occhi per proseguire poi con l’interrogazione.
Umiliazione e sdegno
La richiesta di certo non è passata inosservata e numerosi studenti si sono lamentati, riferendo inoltre che quello, non era il primo caso. La "Rete degli Studenti Medi di Verona", sindacato studentesco ha affermato:
“Piena solidarietà alla studentessa. Pochi giorni fa nel Liceo della nostra città, una studentessa stava svolgendo un’interrogazione. La docente, sospettando che la ragazza stesse copiando, le chiede di bendarsi per proseguire la valutazione. Come Rete degli Studenti Medi di Verona siamo sconvolti e amareggiati dalle decisioni repressive prese della professoressa, ma purtroppo non sorpresi. Non è la prima docente che, durante le lezioni in didattica a distanza, decide di instaurare un clima del tutto inadatto per la nostra crescita e formazione”.
Servono dei provvedimenti
Rete degli Studenti Medi di Verona ha concluso:
“La dad è già di per se uno strumento che allontana lo studente dalla scuola e dal resto della comunità studentesca, non può diventare un pretesto per azioni intimidatorie nei confronti di chi sta sostenendo una prova di valutazione.
Offriamo piena solidarietà alla studentessa, a una di noi.
Chiediamo che vengano presi dei seri provvedimenti, non è questa la scuola che vogliamo!”
Metodo inappropriato
Anna Maria Bigon, consigliere regionale veronese del Partito Democratico ha affermato:
“Non si può umiliare una studentessa chiedendole di farsi interrogare bendata, davanti a tutta la classe collegata online, per timore che possa leggere le risposte. Compito della scuola è quello di formare ed educare: metodi del genere sono totalmente inappropriati: non so come possa venire in mente una cosa del genere”.
Bigon ha puntualizzato:
“A lei e a tutti gli studenti va la mia solidarietà, hanno fatto bene a denunciare quanto accaduto. Il fatto che magari qualche ‘furbetto’ abbia usato degli espedienti per strappare una sufficienza non può assolutamente essere una giustificazione. Ragazzi e ragazze vivono da oltre un anno una situazione difficile a causa della Dad, sia dal punto di vista dell’apprendimento che della socialità, servirebbe maggiore comprensione: usare il pugno di ferro non è solo sbagliato, ma controproducente. Qui però siamo andati addirittura oltre: mi auguro se ne sia accorta anche la docente”.