Torna la Fiera del bollito (con la pearà) a Isola della Scala: siete pronti a gustare i migliori piatti popolari della zona?

Finalmente dopo due anni di chiusura causa covid è tornato l’evento cardine per gli amanti della cucina tradizionale. La XX Fiera del bollito con la pearà e sapori d’autunno di Isola della Scala.

Torna la Fiera del bollito (con la pearà) a Isola della Scala: siete pronti a gustare i migliori piatti popolari della zona?

"La Fiera del Bollito con la Pearà è nata 20 anni fa con la volontà di servire, oltre alla salsa veronese, anche la carne di qualità che vede nella provincia di Verona una delle aree nazionali di produzione più importanti in Italia. Per questo Isola della Scala ancora una volta ha deciso di servire piatti popolari ma preparati con materie prime scelte.

La Fiera ospita, oltre a pearà e bolliti, anche i sapori tipici dell’autunno e alcune ricette popolari, alcune delle quali sempre meno frequenti nei menù delle trattorie e dei ristoranti. Non mancherà, come consuetudine ad Isola della Scala, il risotto all’isolana. Il tutto contornato da eventi e concorsi che fanno di questa terra una piccola patria dei sapori veri e buoni."

Queste la promessa culinaria che hanno deciso di servirci direttamente dal sito della Fiera del Bollito.

Si ma ora è pronto in tavola! No, non c'è da apparecchiare, c'è solo da sedersi e mangiare e gli orari sono questi:

• dal lunedì al venerdì: 12:00 - 14:30 | 18:30 - 23:00;
• sabato: 12:00 - 15:00 | 18:30 - 23:00;
• domenica: 11:30 - 15:30 | 18:00 - 22:00.

La Fiera sarà aperta fino al 27 novembre, a pranzo e a cena al Palariso G. Zanotto, in Via Parco del Riso 1, Isola della Scala, Verona.

E' stato il Governatore del Veneto Luca Zaia, attraverso i propri canali social, a dare eco a una manifestazione, o meglio, a una kermesse, che di fatto rappresenta un punto di riferimento per il territorio, in quanto si pone come una serie di appuntamenti in grado di legare le tradizioni culinarie alla promozione della zona.

Adesso è il momento di farvi venire un pò d'acquolina alla bocca, quindi ci sembra il caso di darvi giusto un assaggio di quello che potrete gustare in questi giorni di puro godimento per il palato.

Il bollito misto

Il bollito misto nell’Ottocento era il piatto dei poveri, l’unico mezzo per sfruttare “gli ossi” e i tagli poveri della carne, come la testina, lo zampino, la lingua e la coda di vitello e la gallina “vecchia”. Oggi è arricchito da altri tagli di carne come punta di petto, costata (reale) coscia, spalla, noce (muscolo), sottopancia. Sono proprio tagli diversi che insieme assicurano il giusto equilibrio di magro e grasso, tenerezza e consistenza, sapore tenue e deciso e che fanno la grandezza del bollito accompagnato dalla deliziosa pearà.

Come ci spiega un macellaio locale. “La carne del bollito non deve essere troppo magra, ma bisogna abbia un po’ di cartilagine, il tessuto connettivo che volgarmente chiamiamo gelatina. Questo elemento infatti dà sia la morbidezza sia un sapore più intenso”. E poi illustra: “i tagli più adatti sono quindi quelli del cosiddetto quarto anteriore: muscoli, braciola e taglio reale”. Diverso invece il discorso per la lingua. “E’ una parte molto molto delicata, e deve essere freschissima”.

Per il cotechino ognuno ha i suoi sistemi, la sua conza in dialetto. Ma perché el taca, e dunque sia buono, anche qui, spiega  “il segreto è la cotenna, da cui deriva il nome cotechino, e le cartilagini, che sono quelle poi che al tatto ci fanno dire che el taca e dunque l’è bon”.

La leggenda della Pearà

La pearà è un piatto tanto amato e così tradizionale da aver alimentato addirittura una leggenda nel veronese. Un racconto dove storia, fantasia e cucina si incontrano per creare quello che per i veronesi è quasi un mito.

La leggenda infatti narra che Alboino, re dei Longobardi, prese in moglie Rosmunda. Il re uccise il padre della consorte, Cunimondo, in battaglia. Fu così che la donna decise di lasciarsi morire di fame. Il cuoco di corte inventò una salsa tanto gustosa e nutriente da rimettere in forze Rosmunda. Quella salsa saporita era appunto la pearà.