Turandot nell’allestimento fiabesco di Franco Zeffirelli per il 99esimo Arena Opera Festival 2022
I costumi sono del premio Oscar Emi Wada, i movimenti coreografici sono curati da Maria Grazia Garofoli e il lighting design è di Paolo Mazzon.
Ultimo debutto operistico del 99esimo Opera Festival, Turandot torna con uno degli allestimenti più amati dal pubblico dell’Arena di Verona: regia e scene portano la firma di Franco Zeffirelli nella produzione fiabesca ideata nel 2010 e da allora portata in scena con successo nel 2012, 2014, 2016 e 2018.
Turandot nell’allestimento fiabesco di Franco Zeffirelli
I costumi sono del premio Oscar Emi Wada, i movimenti coreografici sono curati da Maria Grazia Garofoli e il lighting design è di Paolo Mazzon.
Per le sette recite si alterneranno sul podio areniano le bacchette di Marco Armiliato e Francesco Ivan Ciampa, con un’unica data imperdibile affidata a Plácido Domingo.
Il cast è composto da grandi voci internazionali, a partire dalla coppia d’arte e di vita formata da Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, già impegnati nel Festival 2022 nei ruoli dei protagonisti dell’Aida verdiana. La coppia d’oro, dopo il felice esordio nel 2019 con Il Trovatore, è tornata da allora tutte le stagioni areniane.
Protagonisti il Coro preparato da Ulisse Trabacchin, l’Orchestra, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino, con le voci bianche A.d’A.Mus. di Marco Tonini.
Repliche: 7, 10, 13, 19, 26 agosto ore 20.45 - 2 settembre ore 20.45
Turandot è l’ultimo dramma lirico di Puccini, ispirato all’omonima fiaba teatrale settecentesca di Carlo Gozzi. Andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, diretto da un commosso Arturo Toscanini, che scelse di concludere l’opera proprio con la morte della fragile e dolcissima Liù, punto esatto in cui si era interrotto il lavoro dell’autore, spentosi un anno e mezzo prima. Gli appunti pucciniani per il finale furono affidati ad un altro compositore, Franco Alfano, a cui dobbiamo la conclusione con cui Turandot è tradizionalmente eseguita.
Il capolavoro pucciniano approda in Arena nel 1928 a soli due anni dalla prima assoluta e nonostante sia il titolo più recente del compositore lucchese, è anche il primo ad essere rappresentato sul palcoscenico veronese, collezionando ad oggi un totale di 150 rappresentazioni che lo collocano al quarto posto tra le opere più eseguite in Arena, superato in cifre solo da Aida, Carmen e Nabucco.
Inoltre, nella storia interpretativa di Turandot nell’antico anfiteatro veronese molti sono gli artisti di livello mondiale che hanno lasciato il segno: solo per citare alcuni nomi, George Thill, Giacomo Lauri Volpi, Mario Filippeschi, Franco Corelli, Franco Bonisolli, Nicola Martinucci, Plácido Domingo, José Cura, Salvatore Licitra, Gina Cigna, Maria Callas, Magda Olivero, Birgit Nilsson, Maria Chiara, Katia Ricciarelli, Ghena Dimitrova, Eva Marton, Alida Ferrarini, Giovanna Casolla, Fiorenza Cedolins, Maria Guleghina e Cecilia Gasdia, Vittorio Gui, Antonino Votto, Francesco Molinari Pradelli, Giuseppe Patanè, Alain Lombard, Pier Luigi Pizzi, Mauro Bolognini, Giuliano Montaldo.
Il libretto dei veronesi Giuseppe Adami e Renato Simoni colloca l’azione “al tempo delle favole”, in una Pechino antica e atemporale, che viene sfarzosamente ricreata da Franco Zeffirelli per questo allestimento areniano ideato nel 2010. Lo spettacolo kolossal e cinematografico si inserisce perfettamente quindi nella gloriosa tradizione areniana, coniugando in modo esperto il colpo d’occhio dato dalle scene di massa e la cura del dettaglio.
Il cast, guidato dalle bacchette di Marco Armiliato (4, 7, 10/8), Francesco Ivan Ciampa (13, 19/8 – 2/9) e per l’unica data del 26 agosto da Plácido Domingo, schiera grandi voci internazionali a partire dall’atteso ritorno, dopo l’esordio areniano nel titolo dello scorso anno, di Anna Netrebko e Yusif Eyvazov come Turandot e Calaf per le prime tre date, che si alterneranno per le repliche ad Oksana Dyka (13, 19, 26/8 – 2/9), Murat Karahan (19/8) e Yonghoon Lee (26/8 – 2/9).
Nei panni della dolce ancella Liù vedremo Maria Teresa Leva (4, 7/8) e Ruth Iniesta (10, 13, 19, 26/8 – 2/9); accanto a loro, l’anziano padre Timur sarà interpretato da Ferruccio Furlanetto (4, 7/8) e Riccardo Fassi (10, 13, 19, 26/8 – 2/9), con le tre maschere di Gëzim Myshketa (4, 7, 10, 13, 19/8) e Biagio Pizzuti (26/8 – 2/9) come Ping, Pong di Matteo Mezzaro e Pang di Riccardo Rados.
Completano il cast l’Imperatore Altoum di Carlo Bosi (4, 7, 10, 13, 19/8) e Chris Merritt (26/8 – 2/9), il Mandarino di Youngjun Park e il Principe di Persia di Carlo Bosi (4, 7, 10, 13, 19/8).
"Per l’ultimo titolo d’opera del Festival torna all’Arena di Verona uno degli allestimenti più spettacolari frutto del genio indiscusso di Franco Zeffirelli – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona – Ogni sera sul palcoscenico su esibiranno voci eccellenti, a partire dall’atteso ritorno di Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, che io stessa accompagnai nel 2018 sul palcoscenico dell’Arena proprio mentre era montata la scenografia di Turandot. E lì io li ho convinti a venire insieme all’Arena di Verona, facendo nascere un sodalizio che li ha visti tornare ogni anno. Invitiamo il pubblico a venire in Arena, a sognare insieme a noi con immergendosi in questa magia senza tempo".