"Basta polemiche sull'Adige deviato nel Garda per salvare Verona dalla piena: prima di tutto l'incolumità delle persone"
Il vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni ha deciso di rispondere per fare chiarezza
L'apertura della Galleria Adige-Garda, lo scorso 31 ottobre 2023, ha dato avvio a un'ampia polemica che riguarda soprattutto le conseguenze che le acque del fiume deviate nel lago possono avere sull'ecosistema lacustre. Polemiche a cui il vicepresidente della Comunità del Garda e assessore nel comune di Peschiera del Garda, Filippo Gavazzoni, ha deciso di rispondere per fare chiarezza e per smentire le false voci a riguardo.
Galleria Adige-Garda: la polemica dopo l'apertura
Si è discusso molto negli ultimi giorni della galleria Adige-Garda dello scorso 31 ottobre. Dell'apertura dello scolmatore si era già iniziato a parlare dalle 12.30 di martedì scorso, quando il livello dell'acqua sembrava poter raggiungere i 5 metri a Ponte S. Lorenzo.
Ma l'apertura è avvenuta solo dopo le 17.30 quando il livello del fiume, seppur lentamente, sembrava si stesse abbassando. L'acqua dell'Adige è quindi arrivata nel lago intorno alle 18.00 con una portata di 150 metri cubi al secondo.
Ma la decisione ha scatenato un vero e proprio polverone. A rispondere alle tante polemiche che sono sorte nei giorni successivi è il vicepresidente della Comunità del Garda, nonché assessore nel comune di Peschiera del Garda, Filippo Gavazzoni.
"Questo comunicato si rende necessario in quanto credo si sia ormai oltrepassato il limite varie volte, attraverso commenti e posizioni ideologiche irricevibili e offensive, pubblicate sui social, da alcune persone che, evidentemente, non conoscono come funziona questo sistema idraulico né i motivi per cui è stato realizzato. E' quindi mio dovere chiarire ancora una volta quale sia la funzione di questo sistema (scolmatore), ovvero salvare persone, garantendo loro l'incolumità in caso di piene potenzialmente distruttive del Fiume Adige".
La galleria Adige-Garda (o galleria Mori-Torbole) è difatti un canale scolmatore artificiale che scorre interamente in una galleria lunga circa 10 km, il cui scavo iniziò il 1º marzo del 1939 e fu terminato nel 1959. Consente a parte delle acque del fiume Adige di defluire nel lago di Garda e viene utilizzato solo in caso di pericolo di inondazioni nel Trentino meridionale e nelle parti attraversate dall'Adige della provincia di Verona.
Quando è prevista l'apertura
"L'apertura della Galleria Adige Garda risulta quindi essere "l'estrema ratio" nel momento in cui il fiume, sorpassando determinati limiti idrometrici sanciti nell'accordo interregionale vigente di utilizzo siglato del 2002, in concomitanza di condizioni meteo particolarmente avverse, rischia di mettere in pericolo l'incolumità delle persone", spiega ancora Gavazzoni.
L'apertura dello scolmatore è prevista quindi solo in casi di emergenza, in cui l'incolumità delle persone è messa seriamente a rischio dalla portata del fiume.
I parametri con cui si dispone l'apertura della galleria sono stato sanciti nell'accordo interregionale di utilizzo siglato del 2002. Secondo questo accordo la galleria può essere aperta quando il livello dell'Adige al ponte di S. Lorenzo a Trento raggiunge i 5 metri.
Le conseguenze per il Lago di Garda
Se da una parte quest'opera permette di salvaguardare la città di Verona e i cittadini, dall'altra il Lago di Garda non ne esce privo di danni.
"Una volta terminata l'emergenza e scongiurati quindi i pericoli per Verona e tutti i territori interessati, rimane la questione Lago di Garda che, in virtù proprio di questa galleria, diventa di fatto quando in emergenza un enorme ed efficiente bacino di laminazione (espansione), di cui oggi tanto si parla", spiega il vicepresidente.
"Il lago di Garda però è anche un ecosistema, un habitat e una riserva d'acqua idro-potabile, la più importante e strategica d'Italia e vitale per molti comuni gardesani che attingono ad essa per approvvigionamento idrico potabile."
Al centro delle polemiche degli ultimi giorni, infatti, ci sono proprio le ripercussioni che l'acqua dell'Adige può avere sull'ecosistema lagunare.
L'acqua del fiume, infatti, oltre ad avere una temperatura diversa da quella del lago, è anche più inquinata e i detriti che trasporta potrebbero danneggiare la flora e la fauna lacustre.
"Il Lago di Garda si sacrifica" ma bisogna valutare le conseguenze
Per questo, sottolinea il vicepresidente della Comunità del Garda, è fondamentale il rispetto degli accordi e dei parametri, ma soprattutto è necessario "valutare anche definitivamente e una volta per tutte, quali siano gli impatti di queste immissioni nel Lago di Garda, senza che una cosa pregiudichi l'altra".
A tal proposito, Gavazzoni ribadisce l'importanza, già espressa nel Contratto di Lago sottoscritto da tutti i sindaci gardesani nel 2019, di avere un rappresentante della Comunità del Garda all'interno della cabina di regia della Galleria. Una figura che faccia da "ponte" tra i vertici e i sindaci dei comuni gardesani per comunicare direttamente modalità e tempistiche dell'attivazione.
"Non é più accettabile infatti che i sindaci gardesani non siano messi preventivamente al corrente, dagli organi competenti, rispetto ciò che coinvolge i territori da loro amministrati. Il Lago di Garda si sacrifica quando serve per una nobile causa e di questo siamo fieri; va quindi portato il massimo rispetto e la massima attenzione a questo territorio e si chiede alle istituzioni sovra comunali la massima attenzione e collaborazione in tal senso".