Investì e uccise il 15enne Samuele Brognara a bordo del suo monopattino: 24enne patteggia un anno
L'8 aprile 2023 il giovane è stato investito da una Peugeot 208: le ferite riportate si sono rivelate fin da subito troppo gravi e purtroppo l'adolescente non ce l'ha fatta
E' stato condannato a un anno di reclusione il 24enne di Bovolone che l'8 aprile del 2023 travolse con la sua auto il 15enne Samuele Brognara mentre si trovava a bordo di un monopattino lungo le strade di Oppeano (in copertina: Samuele Brognara).
Travolse e uccise il 15enne Samuele Brognara a bordo del suo monopattino
Samuele Brognara, di Palù di Zevio, aveva solo 15 anni quando è stato investito da una Peugeot 208 mentre percorreva a bordo di un monopattino via Isolo in direzione Vallese di Oppeano.
L'impatto è stato violentissimo: il corpo del ragazzino aveva centrato il parabrezza della vettura per poi essere balzato nei terreni che corrono lungo l'arteria stradale.
Nonostante il celere soccorso del Suem 118, le ferite riportate erano troppo gravi: Samuele ha perso la vita sul posto nel giorno di Pasqua.
24enne condannato a un anno
Alla guida dell'auto che ha travolto il 15enne c'era il 24enne, anche lui di Bovolone. I congiunti della giovane vittima, per essere assistiti, fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso il consulente Alessio Rossato si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, unitamente all’avvocato Davide Picco del foro di Verona.
A più di un anno dalla tragedia, si è svolta questa mattina, 10 ottobre 2024, in Tribunale a Verona l'udienza preliminare del processo davanti al giudice Livia Magri: l’imputato ha patteggiato la pena di un anno di reclusione con la sospensione condizionale. Inoltre, gli è stata sospesa la patente per due anni.
"Ci aspettavamo una pena più severa"
La mamma di Brognara, Mirela, il papà Corrado, la sorella maggiore Jessica e il nonno Ioan, attraverso Studio3A, sono già stati integralmente risarciti dalla compagna di assicurazione della macchina, ma confidavano in una risposta congrua anche in sede penale e alla fine non hanno nascosto l’amarezza per l’entità della condanna.
“Mio figlio non me l’avrebbe comunque restituito nessuno ma ci aspettavamo una pena decisamente più severa, siamo rimasti delusi dalla giustizia italiana – commenta la madre Mirela – La strada non è il cortile di casa, quando si corre in auto o con qualsiasi veicolo bisogna essere attenti, prudenti e rispettosi delle regole, perché viceversa si mette a repentaglio la vita degli altri, oltre che di se stessi, com’è accaduto per Samuele. Purtroppo le leggi non tutelano le vittime, non prevedono condanne adeguate per i responsabili degli incidenti e in questo modo non fungono neppure da esempio e monito per gli altri utenti della strada, soprattutto e proprio per i giovani che troppe volte non pensano alle conseguenze dei loro comportamenti al volante”.