Castelnuovo del Garda si ferma. Lo fa per un momento di riflessione, previsto davanti al municipio dalle 19,30 di giovedì 30 ottobre 2025, nel quale ricordare la memoria di Jessica Stappazzollo, la 33enne di origini brasiliane che, nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 ottobre 2025, è stata uccisa con un numero smisurato di coltellate dal compagno 41enne Douglas Reis Pedroso.
Manifestazione per Jessica
Tutta la cittadinanza, come riferisce la nota stampa diffusa dal Comune, è invitata a partecipare alla manifestazione in ricordo di Jessica, la cui vita, purtroppo, si è fermata a seguito di un brutale femminicidio.
“L’Amministrazione comunale – Assessorato alle Pari opportunità promuove per giovedì 30 ottobre, alle 19.30, davanti al municipio, un momento di riflessione in memoria di Jessica Custodia de Lima Stappazzollo, barbaramente uccisa dal compagno”.
L’evento sarà anche occasione non solo per fermarsi a riflettere sul tema della violenza di genere, ma anche
“L’iniziativa nasce dal desiderio di ricordare Jessica, vittima di un tragico atto di violenza che ha profondamente scosso la nostra comunità. Sarà un’occasione per esprimere vicinanza ai familiari e agli amici e per riaffermare con forza il valore del rispetto, della dignità e del diritto alla vita di ogni donna. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare”.

Le chat mostrate dalla sorella
Intanto, mentre Douglas Reis Pedroso si trova nella Casa Circondariale di Montorio a Verona, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà venerdì 31 ottobre 2025, Laiza, sorella di Jessica, ospitata mercoledì 29 ottobre 2025 nel programma “Ore 14” su Rai 2, ha mostrato alcune chat tra lei e la 33enne:
“Mi scriveva che la picchiava per educarla, come se fosse un cane, come se non fosse niente“.
Laiza ha raccontato anche della violenza sessuale subita nel dicembre 2024 proprio da parte di Douglas Reis Pedroso (fatto per cui il 41enne brasiliano aveva ricevuto prima un ammonimento e poi era stato rinviato a giudizio).
Non avevo passato il Natale con lei perché lui non la lasciava. Ero andata a trovarla. Lui aveva bevuto un po’ troppo e si era drogato. Ha cercato di togliermi la felpa senza riuscirci. Sono scappata, ma mi sono ritrovata in una stanzina con lui dove cercava di afferrarmi in tutti i modi. Grazie al mio ragazzo sono potuta fuggire”.
Il 41enne brasiliano, infatti, prima dell’efferato omicidio, aveva già la fedina penale macchiata di precedenti. Nonostante era già stato condannato per rifiuto dell’accertamento dello stato di ebrezza, faceva ancora uso smodato e senza freni di alcol e stupefacenti. Dall’agosto 2024 all’aprile 2025 si era reso protagonista di maltrattamenti e lesioni commessi nei confronti della compagna Jessica, per cui era finito sotto procedimento penale.
Tra le violenze più gravi subite dalla 33enne, quella del 21 aprile scorso, quando l’ha trascinata in strada per i capelli, presa a pugni e sfregiata con la chiave dell’auto. Intervenuti immediatamente, i Carabinieri lo hanno arrestato. A quel punto è scattato il braccialetto elettronico (nel dettaglio: divieto di avvicinamento a qualsiasi luogo frequentato da Jessica, mantenendosi ad una distanza di 500 metri, il divieto di contattarla in qualsiasi modo e il divieto di dimora a Ponti sul Mincio, dove lei aveva domicilio).
Il tormento per quel braccialetto elettronico
Quel braccialetto elettronico era stato installato appunto per far stare Douglas Reis Pedroso alla larga da Jessica Stappazzollo, per evitare che il 41enne continuasse con le sue violenze. Qualcosa, insomma, era stato fatto per salvaguardare l’incolumità della 33enne. Ma quindi, come si è giunti a questo straziante femminicidio?

Purtroppo, Jessica voleva stare con Douglas Reis Pedroso, era come dipendente da lui, era tornata a vivere nella casa di lui in via Silvio Pellico e passava sopra a tutto nonostante litigi e maltrattamenti all’ordine del giorno. Forse per questo motivo lei aveva lasciato il dispositivo per attivare il braccialetto elettronico nel garage della casa di Ponti sul Mincio, dove viveva la famiglia.
La notte del femminicidio, lei non poteva quindi lanciare l’alert. Ma il 41enne si era comunque sbarazzato del braccialetto elettronico, se l’era tolto e l’ha gettato via. Il dispositivo non è ancora stato trovato e sul suo funzionamento sono in corso gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine.