Annullavano gli scontrini fiscali di merce venduta, buco da 42mila e 25mila euro
L'ipotesi è stata dimostrata attraverso le registrazioni delle telecamere
La tecnica era ormai collaudata, annullavano gli scontrini di merce effettivamente venduta.
Annullavano gli scontrini fiscali di merce venduta, buco da 42mila e 25mila euro
All'esito di una mirata attività d'indagine, la Stazione Carabinieri di Sommacampagna ha tratto in arresto due cittadine italiane (P.L. classe '69 e M.N. classe '66), ritenute responsabili del reato di furto aggravato. Nella giornata di sabato 8 febbraio 2020, all'esito di un controllo effettuato dai militari dell'Arma presso il centro commerciale "La Grande Mela" di Sona, le due donne sono state trovate in possesso di una considerevole somma di denaro in contanti (circa 2500 euro complessivi), appena sottratte nel negozio in cui entrambe lavoravano. Le impiegate avevano posto in essere una "collaudata" tecnica fraudolenta per impossessarsi del denaro che sarebbe dovuto confluire negli incassi del negozio: in pratica annullavano gli scontrini fiscali di merce effettivamente venduta, intascandone il corrispettivo; la merce veniva successivamente inventariata come "verosimilmente sottratta" dagli scaffali espositivi.
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Le indagini
Le indagini hanno permesso altresì di dimostrare che le donne attuavano questa tecnica da quasi un anno: l'azienda ha effettivamente riscontrato un numero abnorme e sistematico di queste anomale operazioni "di cassa", che lasciavano ipotizzare un comportamento fraudolento finalizzato alla sottrazione di denaro, denunciandolo così ai Carabinieri. Tale ipotesi è stata poi effettivamente dimostrata anche attraverso le registrazioni di alcune telecamere poste all'interno del negozio (proprio al fine di comprendere il motivo degli ammanchi): esse riprendevano le due donne nell'atto di prelevare il contante alla fine della giornata lavorativa. Si stima che nel corso di quasi un anno si siano impossessate rispettivamente di circa 42mila e 25mila euro. L'arresto operato dai Carabinieri di Sommacampagna, coordinati dalla procura di Verona (Dott.ssa Schiaffino) è stato convalidato dal Gip, Dott. Ferraro, e le donne sono adesso ristrette agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.