Zaia: "Crescono i dimessi ma abbiamo ancora 356 pazienti in terapia intensiva"
Si sta preparando una nuova ordinanza, dato che il picco dei contagi è programmato per il 15 aprile

Paghiamo lo scotto di quella che diventerà la storia di questo virus: è il virus delle case di riposo, come accade in tante altre regioni.
Separare le aree con positivi
Oggi è stata predisposta una task force che potrà procedere tutti i giorni con i tamponi in ogni struttura. Inoltre, si è deciso di separare le aree con positivi e non. In totale, ci sono 30.000 ospiti nelle strutture da esaminare ma si vive confinati e questo crea il contesto ideale per la diffusione del virus. Il presidente specifica che i dispositivi sono forniti da giorni perché prima non c’era offerta di materiale:
“abbiamo comprato 13 milioni e mezzo di mascherine (…) stiamo andando a regime”
Ogni mattina, viene mandato il fabbisogno alle strutture ospedaliere e di ricovero, più una partita da suddividere a chi le richiede, in base alla disponibilità. Adesso si andrà verso una normalizzazione delle forniture, per tutti.
Sempre a proposito delle case di riposo. L’idea è di separare positivi e negativi, sia in loco che spostando i pazienti, ragionando per maggioranza (se ci sono 50 ospiti positivi e 5 negativi, si spostano i negativi).
Dopo aver parlato con il professore Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova, è emerso che anche studenti e docenti della facoltà di medicina vogliono affiancare la regione in questa partita per la cura nelle case di riposo: verranno quindi mandati anche i giovani medici ad effettuare i tamponi nelle diverse strutture.
Una nota su Merlara: sono arrivati ieri tre infermieri militari per curare le 2000 persone ricoverate e tutte positive in casa di riposo.
“Come andare in una giungla con un machete”
Vivere tutti con la mascherina, avere norme igieniche estreme e se possibile avere servizi igienici separati
Queste le prescrizioni per chi convive con un contagiato. Da adesso, entro cinque giorni dalla segnalazione verranno fatti i controlli anche su chi convive con un contagiato, accelerando così i tempi e mirando ad un intervento immediato. La vera svolta sarà poi la già discussa possibilità di avviare la terapia con il nuovo farmaco direttamente a casa.
Novità anche sul fronte dell’acquisto dei macchinari. Il primo strumento acquistato si trova a Padova e produce 7000 tamponi al giorno e si sta pensando di acquistarne anche un secondo. Sono stati acquistati anche 752.500 test rapidi: questi non sostituiscono il tampone ma servono a tracciare la presenza degli anticorpi, il che è comunque utile dato che è stato provato che dopo cinque giorni di sintomi il corpo inizia a reagire.
C’è però un problema: è stato già registrato un caso di reinfezione e questo impedisce di pensare ad un ritorno alla vita normale che, quando ci sarà, sarà lento e graduale.
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