Storia industriale

Recupero delle aree dismesse a Verona: nuovo tassello al palazzo Fedrigoni

L’edificio che fino a luglio ospitava gli uffici del Gruppo Fedrigoni ora è pronto per tornare a nuova vita.

Recupero delle aree dismesse a Verona: nuovo tassello al palazzo Fedrigoni
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Piano attico del palazzo Fedrigoni all’inizio di Viale Piave, la vista che si apre sulla città è di quelle che fanno mancare il fiato. Da una parte il centro storico con i suoi monumenti, dall’altro Verona sud e l’imminente Zai Life, di fronte l’immensa area in cui sorgerà il Central Park.

Posizione strategica

Si trova in una posizione è a dir poco strategica il nuovo tassello della Variante29, l’edificio che fino a luglio ospitava gli uffici del Gruppo Fedrigoni e che ora è pronto per tornare a nuova vita. Un'opportunità di riqualificazione del territorio che ora trova concretezza attraverso il bando per le Manifestazioni di interesse della Variante 29, e che la società che gestisce l’immobile, la Nerea S.p.A, non ha esitato a cogliere, presentando in questi giorni la documentazione necessaria.

Lo stabile è dei primi del Novecento, circa 5 mila metri quadrati di superfici complessive (comprese due palazzine adiacenti) che si prestano a diversi usi. Tra le ipotesi già formulate, vi è la realizzazione di un ostello pensato come struttura ricettiva in grado di attrarre un turismo giovane e internazionale, un’offerta che a Verona manca e che andrebbe ad arricchire quella esistente.

Trasformazione urbanistica

Tuttavia l’iter è appena iniziato, sarà l’Amministrazione a definire le destinazioni d’uso più appropriate quando si entrerà nel vivo della progettazione. L’interesse da parte degli investitori non manca, su questa zona della città così come su altre aree del territorio in cui è in atto una vera e propria trasformazione urbanistica, basata sul recupero di aree dimesse e degradate senza consumo di nuovo suolo.

Da poco è arrivato l’annuncio dell’arrivo in città della catena alberghiera Marriott, che porterà in centro storico il primo hotel extra lusso con servizi esclusivi, parte dei quali aperti a tutti. La settimana scorsa è stata la volta della proposta per rigenerare l’ex lanificio a Montorio, sfruttando le potenzialità di un’area paesaggisticamente unica, dotata di laghetto, ruscelli naturali e un’isola verde.

Numerose proposte

Sono solo le ultime in ordine temporale, ma da qui ai prossimi mesi molte altre proposte di recupero e riconversione urbana saranno presentate alla città. Come ha annunciato il sindaco Federico Sboarina, che si è recato nell’edificio di viale Piave insieme all’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. Era presente Gilda De Aldisio per la Nerea S.p.A. Il sindaco ha spiegato:

“E’ partito un processo senza precedenti, diamo il via ad una trasformazione epocale della città che nel giro di pochi anni cambierà il volto di intere zone e quartieri cittadini. Il bello è che si tratta di un cambiamento che siamo noi a governare, come Amministrazione e come città, siamo a noi decidere le destinazioni d’uso, cosa sorge e dove, in linea con gli indirizzi che abbiamo studiato per dare a Verona una grande occasione di rilancio. E il grande interesse da parte degli investitori conferma che il percorso intrapreso è quello giusto, non più basato su una pianificazione urbanistica vecchio stile ma su una valutazione d’insieme che punta a valorizzare ogni parte del territorio in modo omogeneo e secondo criteri di sostenibilità. Un approccio che evidentemente piace a chi vuole investire nella nostra città e che contribuirà ad elevare ulteriormente la qualità della vita dei veronesi”.

Segala ha spiegato:

“Un altro pezzo della storia industriale cittadina che chiede di tornare a vivere. In realtà questo edificio ha smesso le sue funzioni direzionali solo da pochi mesi, tuttavia meglio intervenire il prima possibile, per evitare un eccessivo degrado degli spazi e delle aree di pertinenza. Anche questo progetto partecipa al bando per la Variante 29, fa piacere vedere l’interesse di privati che vogliono recuperare aree dismesse e che sono disposti a sedersi ad un tavolo per studiarne il futuro insieme all’Amministrazione”.

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