Verona capofila del Veneto per la cura con gli anticorpi monoclonali, Palù: “Arma potentissima”
Verona aveva fatto parlare di sé già a marzo con le prime somministrazioni.
Prosegue la cura con gli anticorpi monoclonali per riuscire a sconfiggere il Coronavirus. Verona, capofila del Veneto per somministrazioni, aveva fatto parlare di sé già a marzo con le prime somministrazioni.
Verona capofila del Veneto per la cura con gli anticorpi monoclonali
A ribadire l’importanza delle cure con gli anticorpi monoclonali è stato il presidente dell’agenzia italiana del farmaco, Aifa, Giorgio Palù che ha spiegato:
“Sono in grado di neutralizzare l’infettività virale, bloccando la proteina S e sono in grado di impedire al virus di penetrare nelle cellule. Gli anticorpi monoclonali andrebbero somministrati già a casa, in soggetti che sono a rischio di sviluppare una forma di Covid-19 grave. Gli anticorpi monoclonali sono un’arma potentissima e lo confermano una serie di studi. E’ bene somministrarli quando ci sono i primi sintomi e prima che l’infezione progredisca”.
Ridurre gli accessi all'ospedale
La dottoressa Evelina Tacconelli, direttore malattie infettive all'ospedale di Verona, durante la conferenza stampa a Marghera del 19 marzo 2021 aveva ribadito:
"E' un'arma molto utile. Ora possiamo vaccinare, possiamo trattare e con anticorpi possiamo aiutare soggetti positivi, con fattori di rischio, entro i primi 4, 5 giorni, dando alla persona enorme possibilità di non finire in ospedale. Il medico di base fa il test, un rapido di terza generazione, all'esito ci contatta h24, 7 su 7 noi poi procediamo. La somministrazione dura un'ora. Poi il paziente va a casa. Ci auguriamo che l'utilizzo sia esteso a breve in tutto il resto della regione, in tutta Italia, ovviamente".
"I primi pazienti che hanno ricevuto le monoclonali sono due over 60 di Verona - ha chiarito - non hanno avuto alcun effetto collaterali: sono arrivati i farmaci alle 12.30 e li abbiamo contattati alle 13.30. Ora le possibilità di trattamento sono molte: aspirina, steroidi, eparina, ossigeno, antiinfiammatori, tutte ovviamente scelti in base alle condizioni.
Su 100 pazienti sintomatici se ne ricoverano il 7 per cento. Se prendiamo pazienti con più di 80 anni la percentuale sale al 20 per cento. Il più grande successo è stato vaccinare le Rsa. Questo ha cambiato molto lo scenario rispetto a qualche mese fa. Il mese di dicembre è stato il peggiore di sempre".