Lavori

Costabella rinasce con la ricostruzione della chiesetta alpina distrutta dalla tempesta Vaja

I venti della tempesta Vaja dell’ottobre del 2018 l’avevano quasi rasa al suolo.

Costabella rinasce con la ricostruzione della chiesetta alpina distrutta dalla tempesta Vaja
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L’attesa è finita. I lavori di ricostruzione della chiesetta alpina di Costabella, sul crinale del Monte Baldo, sono ai blocchi di partenza. E il progetto, studiato e finanziato dall’ANA Verona, per restituire dignità e nuova bellezza alla struttura, dopo che i venti della tempesta Vaja dell’ottobre del 2018 l’avevano quasi rasa al suolo, può finalmente concretizzarsi.

Costabella rinasce con la ricostruzione della chiesetta alpina

L’altro giorno, una delegazione dell’ANA Verona – tra cui il presidente Luciano Bertagnoli e il vicepresidente Maurizio Trevisan, gli architetti e ingegneri Elisabetta Mioni e Remo Pigozzi – ha effettuato un sopralluogo sui resti della chiesetta a oltre 1.900 metri d’altitudine, insieme alla ditta assegnataria dei lavori: la Bellini Costruzioni Srl, di Torri del Benaco.

Discussi sul campo gli ultimi dettagli, l’avvio del cantiere è ora previsto nel giro di qualche settimana. Da cronoprogramma, il fine del lavori è fissato prima dell’inizio dell’inverno.

L’intervento, che costerà complessivamente circa 150mila euro è stato finanziato in larga parte grazie ai proventi della vendita della Pandora dell’Alpino; soffice e ghiotto dolce tipico del Natale veronese, griffato Dal Colle e confezionato con i colori dell’Italia, che ogni anno a dicembre va a ruba.
La chiesetta alpina, che sorge a pochi passi dal rifugio Chierego e nel cui saccello ossario riposano i resti del giovane soldato Raffaele Solve morto a soli 21 anni a Nowo Kalitwa, Russia, il 4 gennaio del ’43, sarà messa in sicurezza con opere murarie antisismiche, nuovi vetri, strutture consolidate e un design in parte nuovo, che ben dialoga con il contesto montano in cui è inserita.

Il progetto finale, come si vede dai render, prevede infatti anche la costruzione di una seconda “ala” simmetrica a quella già esistente, abbattuta dal vento che andrà anch’essa ricostruita. Ma si procederà per step: quest’ultima fase progettuale deve attendere l’autorizzazione urbanistica, mentre l’iter dei permessi per i restanti interventi è già concluso.

“Questo risultato ci riempie di orgoglio. Dopo che gli ultimi due anni ci hanno visti impegnati con il progetti del ripristino, finalmente ce l’abbiamo fatta e possiamo iniziare i lavori. Il primo intervento sarà quello di una generale pulizia della chiesetta e di tutti i materiali divelti dal fortunale, per poi entrare nel vivo con il restauro e l’abbellimento”, riassume Bertagnoli.

Ad oggi, infatti, sono ancora evidenti le cicatrici lasciate sulla struttura dai forti venti della tempesta Vaja che ne avevano scoperchiato il tetto in legno, divelto tutte le vetrate e addirittura abbattuto parte della costruzione in muratura, riducendola a poco più di un cumulo di macerie.

Gli interventi ora ai blocchi di partenza sono possibili grazie a un precedente lavoro portato avanti sempre dall’ANA Verona, in collaborazione con gli Enti locali. Nell’autunno del 2020, grazie a potenti mezzi specializzati in interventi ad alta quota, la strada che si arrampica sul Monte Baldo, oltre il rifugio Fiori del Baldo e fino alla chiesetta, era stata livellata e aperta. Un tassello importante che ora consentirà ai mezzi di Bellini di raggiungere Costabella piuttosto agilmente e senza particolari criticità.

L’inizio dei lavori, inizialmente previsto la scorsa estate, ha subito parecchi rallentamenti anche a causa dell’emergenza Covid, che ha visto le Penne Nere veronesi mobilitarsi su più fronti, da quello degli interventi sul territorio come Protezione Civile, ai volontari per la distribuzione porta a porta delle mascherine e dei viveri per quanti non potevano muoversi da casa, dai centri vaccinali alla raccolta fondi: granzie all’ANA Verona sono stati donati nel primo anno di pandemia sette ventilatori polmonari agli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma, Legnago, Negrar.

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