In provincia di Verona

Influenza aviaria, i focolai salgono a 67: coinvolti anche allevamenti di galline ovaiole, quaglie e anatre

Risulta di estrema importanza continuare a mantenere alta l’attenzione su eventuali aumenti anche minimi di mortalità, cali di produzione improvvisi o qualsiasi altro elemento che possa far sospettare la presenza della malattia e adottare pedissequamente le misure di biosicurezza.

Influenza aviaria, i focolai salgono a 67: coinvolti anche allevamenti di galline ovaiole, quaglie e anatre
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Desta molta preoccupazione l’aumento dei focolai di influenza aviaria in provincia di Verona.

Influenza aviaria, i focolai salgono a 67

Aumentano in provincia di Verona i focolai di influenza aviaria che salgono a 67. Verona risulta infatti essere la provincia più colpita dall’epidemia gli aumenti si sono registrati anche nel Padovano tant’è che nel fine settimana sono stati confermati nuovi focolai. Il primo è stato registrato in un allevamento biologico di pollame che comprende circa 30mila capi e l’altro in uno di anatre a Ospedaletto Euganea che comprende circa 69mila capi.

Il Sivemp Veneto (sindacato italiano veterinari medicina pubblica) ha reso noti gli ultimi dati sull’evoluzione epidemiologica della malattia ribadendo come la situazione sta destando allarme per il dilagare dell’epidemia e per le difficoltà di abbattimento e smaltimento, rese problematiche dall’elevato numero di animali coinvolti.

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Coinvolti anche allevamenti di galline ovaiole, quaglie e anatre

Il Ministero della Salute ha specificato che il numero di focolai in cui era stata confermata la presenza di virus influenzale sottotipo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) fa parte della categoria di tacchini da carne, ma sono stati coinvolti anche allevamenti di broiler oltreché di galline ovaiole, quaglie e anatre.

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Il Ministero della Salute ricorda nuovamente che, considerate le caratteristiche epidemiologiche della malattia, risulta di estrema importanza continuare a mantenere alta l’attenzione su eventuali aumenti anche minimi di mortalità, cali di produzione improvvisi o qualsiasi altro elemento che possa far sospettare la presenza della malattia e adottare pedissequamente le misure di biosicurezza di cui all’OM 26 agosto 2005 e successive modifiche e integrazioni.

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