Alla festa del Consorzio Zai

Polemica sulla "donna-tavolino", l'organizzatore della cena: "Una nuova forma di totalitarismo"

La risposta via social dell'organizzatore della serata, già consigliere leghista, Andrea "Macario" Velardi, contro le accuse dell'assessore Bissoli

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E' stata a lungo criticata la festa per i 75 anni del Consorzio Zai, che si è svolta giovedì scorso, 19 ottobre 2023, in palazzo della Gran Guardia a Verona. Una cena di Gala per celebrare l'ente che si occupa di favorire lo sviluppo dell'economia veronese, a cui ha partecipato gran parte della Giunta comunale e anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi e la vicesindaca Barbara Bissoli. (Foto di copertina da Facebook)

Polemica sulla donna-tavolino

Ed è proprio dalla vicesindaca Bissoli che il giorno dopo è partita la polemica. L'oggetto dell'indignazione dell'assessore è stata una ragazza che ha fatto il suo ingresso in sala con un abito particolare, un costume che fungeva da tavolino per portare tra gli ospiti dei calici di vino.

La "donna-tavolino", come è stata ribattezzata in seguito, è stata protagonista di una serie di critiche rivolte all'organizzatore della festa e al Consorzio per ciò che ha rappresentato: “Un’oggettivazione della donna che va ad alimentare una cultura misogina e patriarcale che, con grande impegno, stiamo cercando di eliminare", come ha scritto Bissoli in una lettera inviata al presidente del Consorzio, Matteo Gasparato, a cui ha richiesto un incontro ufficiale.

Nella lettera la vicesindaca ha espresso, inoltre, la volontà di istituire "un codice di condotta per gli enti ‘collegati’ al Comune di Verona, nella direzione di tutelare la dignità di tutte e tutti".

La risposta dell'organizzatore: "Una nuova forma di totalitarismo"

All'accusa di misoginia ha risposto l'organizzatore dell'evento, Andrea "Macario" Velardi, già consigliere comunale della Lega e organizzatore di eventi per l’agenzia Maq.

"È in atto una nuova forma di totalitarismo.
Pervasivo, persecutorio e altrettanto convinto di detenere il monopolio della verità, e quindi del bene.
È il Politicamente Corretto, che ha sequestrato le società occidentali e le loro pubbliche opinioni.
Si scrive per sentito dire senza appurare il sentito dire prettamente per colpire.
Una parte della stampa odierna si presta a questo gioco perché noi gli stiamo sul ca...
È la storia di un regime a tutti gli effetti, che riattualizza il vecchio imperativo staliniano: colpire le persone prima ancora delle loro idee, anche tramite le loro idee."

E inseguito posta anche la foto con la ragazza-tavolino e della sua versione della vicenda.

Lei è Michelle, scioccata e disgustata per ciò che ha letto e visto. Lei era una delle due ragazze che hanno indossato un abito tematico.

Lei dichiara : "Non mi sento minimante oggettizzata, mercificata, o sfruttata, semplicemente perché sono io che faccio ciò che mi va di fare.”

Quando leggo che “abbiamo subito una violenza, penso ad una cosa sola: che la stessa persona che lo dichiara è nemica della libertà della maggior parte di noi donne.

Sentirmi sbagliata per aver indossato un costume che se fosse stato carnevale non avrebbe destato scalpore, mi fa capire che c’è qualcuno che sfrutta una tematica seria come la parità di genere o le pari opportunità per mera propaganda personale, rappresentando una sorta di femminismo estremo che non si cura di ciò che pensa realmente la persona interessata.

Una sorta di dittatura “democratica” per portare avanti il “pensiero unico”.

Sono stata trattata come una privilegiata, ho potuto esprimermi, ma vengo usata da persone che non conosco per colpirne altre.
Per me è lavoro, sono stata ingaggiata come artista e non come cameriera, guadagnando per 1 ora di esibizione ben di più di quelle ragazze che hanno corso per ore, servendo ai tavoli dei commensali.

All’atto pratico: non mi sento libera di essere me stessa, indossando ciò che ho ideato per questioni professionali, perché le stese persone che vorrebbero rappresentarmi o rappresentare degli ideali, mi fanno sentire sbagliata.

Ogni forma di estremiamo andrebbe condannata perché può far danni irreparabili. Ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione.

Macario contro il "Regime Verona"

Pochi giorni dopo la cena di gala, Macario pubblica delle storie sul suo profilo Instagram, in cui si scaglia contro quello che ha definito "Regime Verona", ovvero contro l'amministrazione Comunale che accusa di non occuparsi delle cose "importanti" per pensare a "polemiche sterili".

Alla festa, spiega l'organizzatore, erano presenti tre donne con un costume da tavolino e tre uomini che servivano da bere con dei ventagli enormi, ma "nessuno - spiega Macario - ha detto niente di quel povero Cristo pene-dotato che è stato tutta la serata con il ventaglio in mano".

E poi si accusa l'amministrazione: "avete preso l'ennesimo abbaglio che supera il limite del buon senso".

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