Emergenza Coronavirus

Commercio-terziario, CGIL Verona: "Ritardi negli ammortizzatori, futuro incerto"

Migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti ad attendere gli ammortizzatori, con le uniche eccezioni dei dipendenti dei supermercati e dagli addetti alle pulizie negli ospedali

Commercio-terziario, CGIL Verona: "Ritardi negli ammortizzatori, futuro incerto"
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Con quasi 6 mila domande di attivazione di ammortizzatori sociali tra cassa integrazione ordinaria, cassa in deroga, fondo di integrazione salariale (Fis), cassa artigiana, a cui si aggiungono migliaia di stagionali in attesa di percepire l’assegno di 600 euro, i lavoratori del commercio, servizi e terziario sono in assoluto quelli più colpiti dalla crisi Covid 19 sul territorio veronese.

Numerose le domande pervenute alla CGIL

Ciascuna delle domande arrivate alle categorie di Cgil Cisl e Uil di Verona rappresenta un’impresa che impiega da uno fino a decine e decine di lavoratori. Baristi, camerieri, commessi, addetti alle pulizie, magazzinieri, impiegati, parrucchieri, estetiste, segretarie degli studi professionali, vigilanti, badanti e colf... Migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti ad attendere gli ammortizzatori, con le uniche eccezioni dei dipendenti dei supermercati e dagli addetti alle pulizie negli ospedali, i soli rimasti al lavoro pur tra mille difficoltà e criticità.

Andrea Lovisetto, Segretario Generale della Filcams Cgil Verona ha spiegato:

"Basteranno i fondi? Naturalmente no e fa rabbia ascoltare chi si dovrebbe occupare di questi nostri concittadini, disquisire di rilancio e di riapertura quando ci sono ancora enormi falle da tappare nel sistema degli ammortizzatori sociali."

Numerosi buchi nel provvedimento

Ai danni economici del Coronavirus si aggiungono infatti inaccettabili buchi nei provvedimenti legislativi che dovrebbero essere per tutti ma che nella realtà rischiano di lasciare sole migliaia di persone. A tal proposito Lovisetto prosegue:

"Prendiamo la misura dei 600 euro a favore degli stagionali del turismo e dei parchi termali che hanno perso involontariamente il lavoro dal 1° gennaio 2019 al 17 marzo 2020. Essa è palesemente costruita sul modello degli alberghi ma lascia clamorosamente scoperti gli stagionali dei parchi di divertimenti (solo Gardaland ne assume mille a stagione); quelli dei negozi e delle attività che vivono solo di turismo (si pensi al Lago di Garda), i lavoratori di tutti i servizi esternalizzati che lavorano esclusivamente per gli alberghi, e gli stessi bagnini, assunti ad esempio dalle piscine e dai parchi divertimenti".

Ci sono anche i dipendenti esclusi dal provvedimento

Andrea Lovisetto pone inoltre un'altra problematica e afferma:

"Tutto ciò amplifica l’angoscia per un futuro che mai è stato tanto incerto. Fino a pochi giorni fa, prima del decreto liquidità, tutti i dipendenti assunti dal 24 febbraio in poi erano esclusi da qualsiasi provvedimento. Chi erano questi lavoratori? Erano quelli che si preparavano alla stagione, che le aziende avevano assunto per essere pronte alla partenza dell’estate e all’accoglienza dei turisti stranieri ed italiani nei luoghi di villeggiatura. Grazie al lavoro fatto dai Sindacati si è riusciti a far inserire nell’ultimo decreto che anche a questi lavoratori fossero coperti dalla cassa integrazione i deroga".

Ma le incertezze nella fruizione degli ammortizzatori non riguardano soltanto gli stagionali, sottolinea il Segretario Filcams:

"Le storture del sistema impediscono in molti casi di anticipare ai lavoratori l’importo della cassa integrazione anche quando l’azienda gode di buona liquidità e perfino in presenza della piena disponibilità del datore di lavoro. E’ il caso di tutte le grandi aziende del commercio sopra i 50 dipendenti che non pagano il contributo per il Fondo di integrazione salariale (Fis) ma soltanto quello per la cassa integrazione straordinaria. Il governo si è dimenticato di attivare un codice "Covid 19" per la cassa straordinaria  dirottando tutte queste imprese sulla cassa integrazione in deroga, la quale, però, non preveda la possibilità di anticipo da parte dell’impresa, ma solo il pagamento diretto dell'Inps. Ci troviamo dunque nella situazione paradossale per cui aziende dello spessore di Volkswagen (860 dipendenti a Verona),  Mann Truck & Bus (330 dipendenti a Verona), Altro Mercato (100 dipendenti) non possono anticipare i soldi della cassa ai propri lavoratori e allo stesso tempo pescano da uno strumento pensato per sostenere i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese, come bar e ristorati, con il rischio di prosciugarlo. La stessa Svai, in sede di contrattazione sindacale,  ha manifestato la volontà di anticipare la Cig ai propri dipendenti ma non può farlo a causa della situazione normativa. Quando pagherà l’Inps? Se prendiamo come riferimento la crisi economica del 2008, non prima di 3-6 mesi. Troppi. E la banche? Ci metteranno di meno? Sono questi i problemi da affrontare oggi lasciamo per qualche giorno le statistiche agli statistici e le analisi epidemiologiche agli epidemiologi e troviamo una soluzione alle emergenze dei lavoratori".

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