Verona

Era caduto nel silos alla cantina sociale: è morto l'operaio 21enne

Nicolò Corsi dopo aver inalato i vapori aveva perso i sensi ed era caduto all'interno del silos.

Era caduto nel silos alla cantina sociale: è morto l'operaio 21enne
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Non ce l’ha fatta l’operaio 21enne che era rimasto ferito gravemente dopo esser caduto all’interno di un silos sul posto di lavoro.

Era caduto nel silos alla cantina sociale

E’ morto Nicolò Corsi, l’operaio di 21 anni che venerdì 2 settembre 2022 era caduto all’interno di un silos mentre lavorava alle cantine Pasqua. Quel pomeriggio due operai della O.M. System di San Martino Buon Albergo stavano eseguendo dei lavori di manutenzione su un silos.

Nicolò Corsi dopo aver inalato i vapori aveva perso i sensi ed era caduto all'interno del silos. Il collega, un 37enne, nel tentativo di soccorrere il collega aveva salito rapidamente le scale esterne per arrivare in vetta ma aveva perso l'equilibrio cadendo e sbattendo violentemente la testa a terra.

E’ morto all’ospedale

Il 21enne era stato ferito gravemente, le sue condizioni erano apparse fin da subito disperate. Era stato trasportato all’ospedale di Borgo Trento dov’era stato attaccato alle macchine nel reparto di Rianimazione. Purtroppo il giovane è morto nella notte di oggi, lunedì 5 settembre 2022 alle ore 3.

"Stanchi e arrabbiati di sentire che si muore in questo modo"

In una nota unitaria a firma dei Segretari Generali Francesca Tornieri (Cgil), Giampaolo Veghini (Cisl) e della Coordinatrice Uil Veneto Barbara Marchini si legge:

"Un altro infortunio mortale! Quello avvenuto alle Cantine Pasqua, stando alle prime ricostruzioni, presenta una dinamica ricorrente, a causa spesso di poca attenzione, mancato rispetto delle normative sulla sicurezza oppure a ritmi eccessivi, in filiere produttive troppo frammentate.
Siamo stanchi e arrabbiati di sentire che si muore in questo modo assolutamente prevedibile e assolutamente evitabile. Questo vale in ogni settore, dalle inalazioni nei silos, dalle cadute dall’alto nei cantieri edili o dai ribaltamenti in agricoltura".

La nota prosegue:

"A Verona e su tutto il territorio nazionale è emergenza (dimenticata!). Gli ultimi dati Inail disponibili confermano Verona prima provincia in Veneto per vite perse nei luoghi di lavoro. Il nostro territorio non solo ha 20 anni di ritardo in crescita economica (vedasi Affari e Finanza del 29 agosto) ma continua a non investire nel capitale umano: i giovani scelgono di andarsene a conferma che complessivamente non si investe nelle persone, siano esse laureate o meno! Di fronte ad una crisi pandemica attraverso la quale saremmo dovuti uscire tutti migliori ci troviamo in un contesto stravolto dall’inflazione, nel bel mezzo di una campagna elettorale surreale in cui il valore del lavoro viene letteralmente dimenticato. Una politica responsabile ha l’obbligo morale di affrontare il tema drammatico di un’Italia con tassi di mortalità nei luoghi di lavoro da Paese sottosviluppato. Questo significa che ancora oggi si cerca di far pagare l’assenza di investimenti sulla pelle delle persone: lavorando senza misure di prevenzione e protezione, rimuovendo strumenti di sicurezza perché impediscono alle macchine ed ai cantieri di 'correre'".

I sindacati concludono:

"Dopo le importanti iniziative del Prefetto noi diciamo basta! Promuoveremo assemblee in tutti i luoghi di lavoro attivando una grande mobilitazione che porti chi oggi ha ruoli di responsabilità a decidere se rimanere ancorati al passato o fare un salto nel futuro: dove il valore della persona viene messo al centro, fuori da ogni ricatto occupazionale e coinvolto in percorsi di consapevolezza su cosa sia fare prevenzione nel lavoro e nelle scuole!
Il momento è dei più drammatici per famiglie e imprese, ma proprio per questo dobbiamo mettere insieme gli sforzi per una nuova ripartenza! Non ci sono più alibi per nessuno. Come OOSS continueremo nell’opera di formazione perché possano sempre di più avere strumenti per essere efficaci nella loro azione.
Auspichiamo che la collaborazione con gli enti e le figure preposte ai servizi di prevenzione e protezione sia sempre maggiore e che gli stessi siano messi nelle condizioni di lavorare al meglio con organici adeguati così da poter implementare la sorveglianza e la consapevolezza diffusa".

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