Flavio Tosi indagato per concorso in peculato nell'indagine sulla 'ndrangheta a Verona
L'ex sindaco coinvolto nell'indagine. Nelle carte si parla di una somma “non inferiore a 5.000 euro”, usata per pagare la fattura di un'agenzia di investigazioni privata.
Nell'indagine è indagato anche l'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi.
L'operazione contro la 'ndrangheta a Verona
Una maxi operazione quella di ieri, giovedì 4 giugno 2020, svolta dal Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Verona e Venezia, con il supporto di equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine e di personale specializzato del Servizio Polizia Scientifica. L'indagine ha permesso di individuare la famiglia Giardino, riconducibile ad una delle più potenti cosche 'ndranghetiste di Isola Capo Rizzuto con radici nel veronese. Che da oltre 20 anni gestiva gli affari milionari attraverso varie forme di riciclaggio, estorsione e corruzione. Sono 17 le persone finite in carcere, 6 quelle ai domiciliari, tra queste due ex funzionari dell'Amia, azienda municipalizzata veronese per l'igiene urbana per presunti rapporti illeciti con la famiglia Giardino. Tra gli indagati, si legge dalle carte dell'inchiesta, anche l'ex sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Accusato di peculato
Flavio Tosi, da quanto si apprende dalle carte dell'indagine, è stato accusato di concorso in peculato in relazione alla distrazione di una somma da parte dell'ex presidente dell'azienda municipalizzata veronese dei rifiuti Amia, Andrea Miglioranzi, che ora si trova ai domiciliari. Da quanto si legge nell'indagine si parla di una somma “non inferiore a 5.000 euro” che sarebbero stati usati per poter pagare la fattura di un'agenzia di investigazioni privata. Si tratta di prestazioni che però in realtà non sarebbero mai state eseguite in favore di Amia, ma nell'interesse di Tosi.