Castelnuovo del Garda

Lasciata dal fidanzato tenta il suicidio col gas di scarico dell'auto, salvata dai Carabinieri

Il rintraccio della donna era stato reso possibile grazie ai militari della Compagnia Carabinieri di Legnago che avevano già avviato le prime ricerche attraverso il rintraccio dell’ultima cella telefonica agganciata dal telefono della donna.

Lasciata dal fidanzato tenta il suicidio col gas di scarico dell'auto, salvata dai Carabinieri
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Poco prima della mezzanotte di ieri lunedì 16 novembre 2020, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Peschiera del Garda, sono intervenuti in Castelnuovo del Garda, per impedire che C.A. una donna italiana di 45 anni nativa della Provincia Verona ma residente in quella di Rovigo, si togliesse la vita.

Aveva organizzato tutto

La donna aveva parcheggiato la sua autovettura in località Campanello ed organizzato il suo suicidio innestando l’estremità di un tubo di gomma allo scarico del mezzo e l’altro capo nell’abitacolo, per farlo riempiere dei gas prodotti dal motore lasciato acceso con lei all’interno.

I militari, avvisati dalla Centrale Operativa di Verona di quanto la donna volesse fare, sulla base delle indicazioni ricevute dai colleghi riuscivano a rintracciarla in località Campanello. La stessa aveva già messo in atto i sui intenti suicidari, pertanto, i militari senza farsi notare scollegavano il tubo di gomma dallo scarico e poi, con non poche difficoltà, convincevano C.A. ad aprire la portiera dell’auto per essere soccorsa dai sanitari che poco dopo raggiungevano il luogo.

Le ricerche

La donna, le cui condizioni fisiche apparivano tuttavia buone, prima di essere ricoverata presso l’Ospedale di Peschiera del Garda dove le veniva riscontrata una parziale intossicazione da monossido di carbonio, riferiva ai militari che alla base di tutto vi sarebbe stata la fine della sua relazione sentimentale.

Il rintraccio della donna era stato reso possibile grazie ai militari della Compagnia Carabinieri di Legnago che avevano già avviato le prime ricerche attraverso il rintraccio dell’ultima cella telefonica agganciata dal telefono della donna, la cui scomparsa era stata segnalata dai suoi genitori qualche ora prima, riuscendo a scoprire che la stessa si trovava proprio nel luogo in cui poi è stata rintracciata.

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