Mercatone Uno: 12 mesi di cassa integrazione per i 109 lavoratori in Veneto
Donazzan: "La Regione, in accordo con le parti sindacali, mette a disposizione tutti i necessari strumenti di politica attiva per l’adeguamento delle competenze e la ricerca di nuovo posto di lavoro".
Chiusura della procedura di amministrazione straordinaria.
Cassa integrazione per i lavoratori
Dal 23 novembre 2020, con la chiusura della gestione controllata, verranno messi in cassa integrazione per cessazione per 12 mesi gli oltre 1.300 lavoratori del Mercatone Uno. Si parla anche dei 109 lavoratori del Veneto e nello specifico si parla dei lavoratori delle sedi di Legnago, Occhiobello (RO), Noventa Padovana (PD) e Carrè (VI). Dopo la chiusura dei punti vendita a causa del fallimento dopo l’acquisizione della Shernon Holding, i sindacati hanno cercato di supportare in modo attivo i lavoratori per cercare di trovare delle soluzioni alternative. Sara Moretto, parlamentare di "Italia Viva" ha ribadito che bisogna intervenire con gli ammortizzatori sociali:
“E’ finita come non doveva finire. La chiusura della gestione controllata di Mercatone Uno mette un macigno sulle possibilità di rilancio, ma non può esserci scaricabarile quando di mezzo ci sono famiglie e lavoratori. Bene quindi che la Regione Veneto mantenga il tavolo ma non si cerchi la polemica. Sulle fragilità del monitoraggio delle crisi al Ministero dello Sviluppo economico ho più volte ribadito la necessità di intervenire, non tanto con maggiori risorse umane ma soprattutto con un cambio di metodo per consentire maggiore efficacia. Perché notizie come quella della chiusura di Mercatone Uno colpiscono al cuore tante famiglie, di cui molte in Veneto, a cui va la mia solidarietà. È evidente che ora gli ammortizzatori sociali dovranno essere rapidi e adeguati”.
Il supporto della Regione
L’assessore regionale con delega al lavoro Elena Donazzan ha inoltre ribadito:
“Per quanto concerne noi, la Regione del Veneto assicura che manterrà a livello regionale il tavolo di crisi con tutte le parti a vario titolo coinvolte: lavoratori, fornitori e consumatori, al fine di monitorare le evoluzioni future di questa vicenda. Rispetto alle condizioni di occupazione dei 109 lavoratori veneti, la Regione, in accordo con le parti sindacali, mette a disposizione tutti i necessari strumenti di politica attiva per l’adeguamento delle competenze e la ricerca di nuovo posto di lavoro”.
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