Operaio 41enne si schiaccia la mano sul lavoro: rischia l'amputazione
Un grave infortunio sul lavoro avvenuto nella mattinata di oggi, martedì 19 marzo 2024
Un drammatico incidente sul lavoro è avvenuto stamattina, martedì 19 marzo 2024, attorno alle ore 6 a San Giovanni Lupatoto nell’azienda produttrice di abrasivi flessibili per i settori automotive e navale Napoleon Abrasives spa, sita in via Monti Berci.
L'incidente
Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento da parte dei Carabinieri, tuttavia l'operaio 41enne, sudamericano, coinvolta sarebbe stata vittima di un grave schiacciamento alla mano destra, con possibile amputazione dell’arto.
Sono ancora da chiarire le circostanze dell’incidente, ma sono giunti in soccorso gli operatori del Suem 118 i quali hanno trasportato la persona ferita in codice rosso all’ospedale di Borgo Trento.
Sul luogo dell’incidente anche lo Spisal per eseguire i dovuti rilievi sulla dinamica dell’incidente.
Ancora un altro incidente
Solo una decina di giorni fa a San Martino Buon Albergo un operaio 40enne era rimasto incastrato in un macchinario mentre stava lavorando al pastificio Bennati. L’operaio italiano aveva subito uno schiacciamento e il braccio gli si era incastrato: era stato trasportato di corsa all’ospedale di Borgo Trento in prognosi riservata, ma fortunatamente fuori pericolo.
Verona prima per incidenti sul lavoro
Secondo la ricerca di Fondazione Corazzin, centro studi di Cisl Veneto, presentata a Mestre, sono 3,15 i lavoratori e le lavoratrici ogni 100 che hanno denunciato nel 2023 infortuni subiti nei luoghi di lavoro. Si registra un lieve calo rispetto all’anno precedente, tuttavia, la situazione rimane allarmante dal momento che se analizzati i numeri dell’ultimo decennio, il fenomeno delle morti sul lavoro resta un trend costante.
La ricerca affermava che il più alto livello di criticità si evidenzia nel veronese e nel veneziano e in definitiva, per ogni incidente mortale registrato vengono riconosciuti quasi due infortuni con conseguenze medio-gravi o con impatto irreversibile.
La situazione nel Veronese
Per Verona si conta già una vittima di infortunio mortale per il mese di gennaio 2024 e al primo posto nel 2023 come provincia più colpita da infortuni per un totale di 14.132. In quell’anno, il numero più elevato di infortuni con esito mortale nello specifico si è registrato nella città scaligera per un totale di 32 casi.
Riguardo all’accaduto, si è espresso il dott. Mario Gobbi, direttore di Spisal e medico del lavoro che insieme agli altri operatori sono intervenuti stamane:
“Per fortuna sembra una cosa un po’ meno grave di quella che sembrava all’inizio, ma ancora stiamo raccogliendo le informazioni per capire com’è successo. Vedremo come andranno le cose, ma per adesso sembrerebbe una cosa abbastanza limitata come gravità, nonostante la prima notizia sull’amputazione; sicuramente è stato ricoverato e quindi riceveremo i dati rispetto a quanto è successo.
Noi interveniamo perché abbiamo una pronta disponibilità 24h, abbiamo i nostri tecnici che sono ispettori e ufficiali di polizia giudiziaria che vengono chiamati dai Carabinieri, dal 118 o dalla Questura in caso di infortuni gravi o mortali; abbiamo l’obbligo di intervenire in questi casi per cui è opportuno fare un’indagine.
Il 2023 è stato un anno particolarmente pesante da questo punto di vista con molti infortuni mortali anche se alcuni sono in itinere e in realtà sono incidenti stradali, poi ci sono incidenti mortali che coinvolgono lo stesso coltivatore diretto, magari anche anziano – abbiamo avuto casi anche di persone di 80 anni – per via del ribaltamento del trattore, spesso non a norma, senza le protezioni che dovrebbe avere.
Quello di San Martino Buon Albergo è stato ben più grave rispetto a quello di oggi, lì c’è stato un problema grosso di amputazione. Non mi sbilancio, ma quello di oggi sembrerebbe meno grave.
Noi abbiamo fatto un’analisi rispetto a quanto succede e ancora oggi, nonostante tutte le normative che ci sono abbiamo ancora molti infortuni gravi dovuti alla mancanza di sistemi di protezione. Quindi ci sono macchine che sono pericolose in sé, ma dovrebbero avere le protezioni per evitare di mettere le mani dove potrebbero essere schiacciate e magari le misure non ci sono, oppure per motivi di manutenzione vengono rimosse e non ripristinate, o ancora le protezioni sono incomplete.
Poi ci sono le procedure come la formazione che va fatta, ma risulta carente e mancano delle procedure di sicurezza: una persona dovrebbe essere informata su come fare le cose. Poi ci sono i comportamenti, dettati spesso dalla fretta. Tante volte vediamo situazioni in cui il voler finire il lavoro in tempi rapidi non è sempre una buona idea. Deve aumentare un po’ la cultura della sicurezza: le persone dovrebbero pensare di più alla propria incolumità e contestualmente le aziende a quella degli altri.”