Indignazione

Punto Primo Intervento, Mirandola: "Petizione? Posizione politica. Se non riaprirà sarò il primo a fare la guerra"

Punto Primo Intervento, Mirandola: "Petizione? Posizione politica. Se non riaprirà sarò il primo a fare la guerra"
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Si torna a parlare del Punto di Primo intervento di Bovolone, i cittadini chiedono la riapertura.

Indetta la petizione online

L'attenzione dei cittadini sul Punto di Primo Intervento di Bovolone non cala anzi, è stata realizzata una petizione online per chiederne la riapertura. La petizione è stata creata dal consigliere comunale di Bovolone, Michele Perazzani (M5S) con l'intento di raccogliere mille firme a favore della riapertura.

La chiusura a marzo

Facendo un passo indietro, il Punto di Primo Intervento di Bovolone era stato chiuso temporaneamente dal 23 marzo 2020 e l'Ulss 9 Scaligera, in data 18 marzo 2020 aveva comunicato:

“in relazione allo stato di emergenza per l’epidemia di Covid-19, a partire dal 23 marzo 2020 verrà sospesa in via assolutamente temporanea l’attività del Punto di Primo Intervento di Bovolone. Il personale ad oggi assegnato al PPI di Bovolone verrà utilizzato presso il Pronto Soccorso di Legnago per garantire la tempestiva accoglienza dei pazienti, riducendo contestualmente i tempi di stazionamento delle ambulanze. Tale sospensione resterà in essere presumibilmente fino al 15 aprile 2020. Le attività del PPI riprenderanno non appena sarà superato lo stato di emergenza”.

Mancano i medici

Durante l'ultima conferenza stampa del direttore Generale, Pietro Girardi, era stato reso noto che manca il personale per la riapertura:

“I Pronto soccorso sono ancora sotto stress. Dobbiamo garantire i percorsi differenziati, l’ospedale di Legnago ha ancora bisogno del personale di Bovolone”.

Il consigliere comunale Perazzani ha indetto una petizione online e spiega:

“Il 5 giugno, quando l'emergenza è rientrata tanto da non esservi più nessun paziente Covid presso l'ospedale di Legnago, il Dg affermava che a causa della carenza di personale medico non era ancora possibile riaprire. Si comprende dunque che c'è un problema strutturale di carenza di personale, cui l'Ulss 9 e l'Azienda Zero non hanno saputo rispondere in modo efficace e tempestivo. Non si capisce comunque perché della carenza di personale nell'Ulss 9 e nella Regione ne deva subire le conseguenze proprio il PPI di Bovolone, che coi suoi più di 14.000 accessi all'anno costituiva un servizio necessario ed apprezzato dai cittadini della Bassa veronese, negli ultimi anni già penalizzati dalla chiusura degli altri Ppi e reparti di degenza di Zevio, Isola della Scala e Nogara. Per questi motivi chiediamo che venga subito riaperto il Punto di Primo Intervento di Bovolone”.

In 24 ore già 500 cittadini di Bovolone avevano sottoscritto la petizione.

Il sindaco sarà il primo a muoversi

Il sindaco di Bovolone, Emilietto Mirandola, vedendo la petizione online ha spiegato:

“Questa è una posizione presa da alcuni consiglieri di minoranza, è chiaro che si tratta di una posizione politica perché è un modo per mettere le mai avanti ed eventualmente millantare il credito sul punto di primo intervento. Le 500 firme vanno benne ma penso che il sindaco che rappresenta più di 16mila abitanti ha più peso. Io ho la garanzia che il punto di primo intervento verrà riaperto, in caso contrario però, voglio far sapere che sarò io in testa a tutti i cittadini di Bovolone a fare la guerra all'Ulss. Sarò io il primo a prende posizione nel momento in cui non tornasse il punto di primo intervento. Ricordo che è un servizio del territorio che ritengo indispensabile a prescindere che sia economico o antieconomico. Io assieme a diversi sindaci del territorio sarò in prima fila a fare la guerra se il punto di primo intervento non dovesse tornare, la polemica è solo politica. Non conoscono nello specifico l'emergenza in tutti gli ospedali non ho il polso, però posso dire che l'emergenza a livello nazionale non è finita. Capisco anche il disagio di alcuni lavoratori che devono spostarsi a Legnago, credo che sia un sacrificio sopportabile di fronte a quello che è successo. Se l'obiettivo è quello di dare una risposta al territorio, sono davanti a tutti i miei cittadini. Quello che ha fatto il sottoscritto per l'ospedale non l'ha fatto nessuno. Ricordo che Bovolone era sulla strada degli ospedali di Zevio e di Isola della Scala. Sono stati messi a disposizione dei soldi che sono stati contestati da chi fa la raccolta firme. Sono contento di averlo salvato e di averlo messo nella condizione di rimetterlo in piedi con il punto di primo intervento. Uno dei punti dove ho creduto di più è la salvaguardia dell'ospedale, non voglio entrare in polemiche”.

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