Sgombero dell'ex deposito "Adige Docks'": l'assessora alla sicurezza Zivelonghi replica alle accuse di Circolo Pink
Nella nota si accusa l’Amministrazione di seguire una modalità di azione che spettacolarizza gli sgomberi e i senzatetto
A seguito dello sgombero di un ex deposito nell'area "Adige Dock's" di Verona, in cui si erano stanziati 9 pluripregiudicati, l'assessora alla sicurezza Zivelonghi ha voluto congratularsi con la Polizia locale per l'eccellente lavoro. Tuttavia, a criticare le modalità dell'operazione definite "spettacolarizzanti" è stato il Circolo Pink.
Sgombero dell'Adige Docks a Verona
“Mi congratulo con la Polizia locale per la brillante operazione che, affiancandosi a quanto sino ad ora fatto e sulla recente ordinanza sindacale, concorre sia alla bonifica del sito sia all’individuazione di soggetti pluripregiudicati".
Questo è quanto affermato dall’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi in merito all’ultimo sgombero effettuato da parte della Polizia locale di un ex deposito nell'area "Adige Dock's" a Verona.
Sul posto erano stati individuati nove pluripregiudicati che avevano adibito ad abitazione lo stabile, con tanto di letti e mobilio. Tutti i coinvolti erano stati, poi, denunciati per invasione di ufficio.
L'assessora alla sicurezza Zivelonghi replica alle accuse di Circolo Pink
Tuttavia, arrivano delle accuse da parte del Circolo Pink, nato nel 1985 come circolo Arcigay allo scopo di dar voce e risposta ai bisogni delle persone omosessuali di Verona.
Nella nota, in generale, si accusa l’Amministrazione di spettacolarizzare gli sgomberi, temendo che il progetto di cambiamento culturale a Verona sia già tramontato.
"Dove avrebbero potuto andare a dormire questi ragazzi se i dormitori sono pieni? - scrivono dal Circolo - e a breve 80 persone, molte di queste gravemente vulnerabili, saranno escluse dai dormitori e diventeranno destinatari di verbali e Daspo."
E poi si filma tutto - proseguono dall'Associazione - mostrando le persone fermate, con una spettacolarizzazione che sembra voler dimostrare la propria fermezza alla cittadinanza, e incitando la proprietà a riqualificare l’area. Forse da riqualificare c’è invece la visione della città, per renderla capace di accogliere e di creare occasioni di lavoro e regolarizzazioni, per non spingere sempre più persone nell’invisibilità e nella precarietà".
L’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi ha voluto replicare al comunicato diramato il 29 marzo 2024, a firma delle associazioni Circolo Pink LGBTE Verona, Osservatorio Migranti Verona, Rifondazione Comunista Verona, Laboratorio autogestito Paratod@s, Alberto Sperotto, Non Una di Meno Verona.
“Essere un’Amministrazione che apre tavoli di dialogo e confronto con realtà prima precluse - sostiene l'assessora - è cosa ben diversa da legittimare la presenza di persone dedite a reati in un luogo che già è stato teatro di episodi violenti e in condizioni igieniche negative il che, nello stato attuale, costituisce un potenziale rischio per i cittadini. Le situazioni di marginalità sono analizzate e affrontate, e non vanno confuse con quelle di illegalità e rischio per la comunità”.