Il lutto

Stroncato da una lesione al cervello: addio al medico-eroe che salvò la vita a un uomo folgorato in Porta Nuova

Il medico stava combattendo una dura battaglia che non gli ha dato la possibilità di salvarsi, la stessa che lui aveva donato all'uomo colpito da un fulmine nel piazzale della stazione a Porta Nuova più di un anno fa

Stroncato da una lesione al cervello: addio al medico-eroe che salvò la vita a un uomo folgorato in Porta Nuova
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La storia dell’uomo che in data venerdì 21 luglio 2023 era stato colpito da un fulmine nei pressi di piazzale Porta Nuova a Verona, a distanza di più di un anno vede la perdita del medico fuori servizio che gli salvò la vita, venuto a mancare venerdì 5 gennaio 2024 all'ospedale di Padova.

I fatti di quel giorno

Un gesto eroico quello del Dottor Remy Joel Egoue Mongoue, originario del Camerun e operante nel reparto Medicina Nucleare dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, che quel giorno grazie alle sue tempestive manovre cardiorespiratorie di soccorso e la pronta chiamata al 118 è stato possibile salvare l’uomo di origini indiane rimasto folgorato.

Dal ricordo in commemorazione del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si apprende che il medico, come ogni giorno, si stesse recando in bicicletta in stazione per prendere il treno diretto a Padova e fare ritorno a casa.

“Era stato attirato dalle grida di aiuto di un uomo che indicava un corpo a terra, un cittadino indiano rimasto folgorato nei giardini di Parta Nuova. Remy e un altro giovane avevano praticato il massaggio cardiaco fino all’arrivo dell’ambulanza, salvandogli la vita.”


La scoperta della malattia

All’ora di oggi, questo suo gesto eroico assume un valore ancora più rilevante per via della sua scomparsa a 42 anni a causa di una terribile malattia che lo affliggeva e scoperta in quel periodo, proprio negli istanti prima di lasciare la sua testimonianza alla stampa in una foto in cui lo vediamo sorridere qualche giorno più tardi l'accaduto.

Infatti, poche ore prima il dott. Mongoue si era sottoposto a una risonanza magnetica per effettuare gli accertamenti sul proprio stato di salute, per cui da qualche tempo avvertiva sensibilità al volto e problemi con la ricezione del gusto. Quel giorno scoprì di avere una lesione al cervello.

Un animo intrepido

Nonostante la sua condizione, il dottore non ha perso d’animo e continuò a recarsi a lavoro per un altro mese, anche se sempre più affaticato. Una volta peggiorato, venne ricoverato presso l’ospedale di Padova, dove venne messo in coma indotto per cercare di salvargli la vita, ma il tentativo fu vano.

“Siamo profondamente scossi e addolorati. La scomparsa del collega Joel è stato un duro colpo per tutte le persone della nostra UOC. Non era solo un bravo medico ma era anche una bella persona, sempre incline al sorriso nonostante fosse una persona riservata. E' stato in servizio fino all'ultimo, fino a quando le forze glielo hanno permesso”, lo ricorda così il direttore di Medicina Nucleare, Michele Zuffante.

“Mi stringo alla sua compagna, ai suoi familiari, ai colleghi e a tutti coloro che hanno voluto bene a questo medico-eroe, che ha fatto della sua professione una missione di vita.” – queste le parole in conclusione di Zaia.

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