Un altro no alla discarica di amianto a Valeggio sul Mincio: respinto il secondo progetto in pochi mesi
Il progetto Progeco non supera le criticità: area troppo vicina a Quaderni e alle falde acquifere

Dopo la bocciatura della discarica a Caluri di Villafranca, arriva un altro “no” anche per quella proposta a Valeggio sul Mincio, in prossimità dell’abitato di Quaderni.
Il Comitato Tecnico Regionale ha respinto mercoledì 6 agosto 2025, il progetto della società Progeco Ambiente Spa, che prevedeva un impianto per lo smaltimento dell’amianto in un'area sensibile, riconosciuta come zona di ricarica delle falde acquifere.
Nonostante il tentativo della società di inviare delle integrazioni fuori termine, la documentazione è stata considerata insufficiente. Una decisione accolta con soddisfazione dal Comitato Difesa Territorio Quaderni Valeggio, che fin dall’inizio aveva evidenziato le criticità del progetto.
Viabilità inadeguata e troppi impatti ambientali
Tre, in particolare, le criticità principali rilevate dai tecnici regionali, molte delle quali già sottolineate nella precedente seduta del 25 giugno:
- viabilità non conforme, ritenuta inadeguata a sostenere il traffico previsto dall’impianto e non rispettosa degli standard di sicurezza per l’accesso all’area;
- presenza di discariche simili entro un raggio di 10 km, con il rifiuto della tesi proposta da Progeco secondo cui le discariche di amianto costituirebbero una categoria autonoma, distinta da quelle per rifiuti inerti, pericolosi o non pericolosi;
- impatti ambientali cumulativi significativi, tali da rendere incompatibile la localizzazione con gli obiettivi di tutela delle falde acquifere e della qualità dell’aria, in violazione dei principi di precauzione e sostenibilità.
Il Comitato locale, che nei mesi scorsi ha organizzato diverse serate informative sul tema, sottolinea che questa nuova bocciatura rafforza la necessità di un cambio normativo.
“Serve una presa di posizione chiara dalla politica regionale per eliminare la deroga alle discariche di amianto e ripristinare la protezione assoluta delle zone di ricarica delle falde. Finché la legge lo consentirà, nuovi progetti continueranno a essere proposti”.
Il rischio è che quanto accaduto a Caluri possa ripetersi ancora.