Il punto della situazione

Zaia: "Finché resistono a casa i ragazzi, resiste la comunità"

Tra oggi e domani partirà la macchina acquistata che produrrà 9mila tamponi al giorno

Zaia: "Finché resistono a casa i ragazzi, resiste la comunità"
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Smart working e sperimentazione tra gli argomenti della conferenza stampa di oggi.

L'importante ruolo dei ragazzi

Se ci sarà un’uscita graduale, i ragazzi saranno i primi ad avere il via libera. Loro, infatti, hanno avuto un atteggiamento encomiabile e hanno accettato il sacrificio di stare in casa in questi giorni. “Finché resistono i ragazzi, resiste la comunità” sottolinea il presidente Luca Zaia.
A tenere impegnati i ragazzi sono sicuramente anche le lezioni on line: i docenti tengono 5 o 6 ore di lezioni virtuali e sono loro tra i primi ad aver accettato lo smart working. Sicuramente, dopo la quarantena si penserà al lavoro da casa in maniera diversa.

Il punto sulle donazioni

Banca d’Italia ha versato 5 milioni di euro e si aspetta ancora una donazione da 6 milioni e mezzo: con queste due donazioni si supereranno abbondantemente i 30 milioni devoluti alla causa Covid per il Veneto. Non solo denaro: grazie ad accordi con l’amministratore delegato di Huawei, Thomas Miao, sono stati consegnati 250 tablet, smartphone e sim per permettere ai malati Covid di comunicare dagli ospedali. La fondazione Elios, Onlus di Bassano, ha donato 234mila euro di strumentazioni e oltre 300mila euro in denaro per gli ospedali.

Network di sperimentazione

Per i test anticorpali, sono già al lavoro il prof. Plebani (Università degli Studi di Padova) e il prof. Lippi (Università degli Studi di Verona) ma anche il dott. Rigoli (responsabile dell’Unità di Microbiologia di Treviso) e il dott. Pavesi (direttore ULSS di Vicenza) si sono messi in rete per la sperimentazione, creando così un vero e proprio network tutto veneto.
Parlano tutti di test sierologico, sia nelle testate nazionali che internazionali: c’è chi dice che il test non è validato, il che si diceva anche per i tamponi ma poi si è visto che effettivamente sono utili per la diagnosi. La comunità scientifica crede nel test sierologico, motivo per cui ci si è messi in moto. Il funzionamento del test sierologico è lo stesso del vaccino, quindi se si mette in discussione l’uno bisognerebbe rivedere anche l’altro.

Mascherine necessarie per la fase 2

E’ fondamentale che vengano liberalizzate almeno le mascherine chirurgiche, così da poterle vendere nella grande distribuzione. La regione ha fatto scorte per i prossimi sei mesi ma il problema è che c’è ancora in vigore la confisca per i prodotti non destinati alla sanità, motivo per cui chi opera nella grande distribuzione fa difficoltà ad acquistare delle scorte da rivendere. Liberalizzare il mercato è quindi l’unica condizione possibile per permettere ai cittadini di proteggersi, sia adesso che anche nei prossimi mesi, quando si dovrà rimanere vigili per evitare che il virus dilaghi nuovamente.

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