“Dantedì”, non si ferma l’iniziativa prevista per mercoledì 25 marzo 2020.
“Dantedì”, sarà in streaming il monologo di Anderloni con il canto di Ulisse
Il primo “Dantedì”, la giornata istituita a gennaio per onorare Dante Alighieri, si avvia a essere celebrato “a porte chiuse” per l’emergenza Coronavirus che ha costretto a cancellare ogni evento dal vivo. Ma, nel cammino verso l’anniversario dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri nel 2021, non ci si poteva rassegnare a perdere questo appuntamento. In particolare a Verona, la città che più a lungo ospitò Dante durante l’esilio. È così che il regista e autore Alessandro Anderloni, nell’ambito del progetto “Dante Settecento” propone un monologo in streaming in diretta da Velo Veronese sulle pagine Facebook “Dante Settecento” e Instagram “dantesettecento” nel Dantedì, mercoledì 25 marzo 2020 alle 21. Lo spettacolo s’intitolerà Il folle volo e ripercorrerà il XXVI canto dell’Inferno, con il celeberrimo monologo di Ulisse.
Alessandro Anderloni ha reso noto:
“Primo Levi raccontò in Se questo è un uomo di quando ad Auschwitz, nel tragitto per prelevare la marmitta del rancio, recitò a Jean, un suo compagno di prigionia francese, il ‘canto di Ulisse’ dalla Divina Commedia. Scrive Levi: ‘Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono’. Tentò di tradurre e spiegare il canto con una voglia e una foga inaudite. Sapeva di dover farlo subito, prima che fosse troppo tardi. ‘Domani lui o io possiamo essere morti’, scrisse”.
Il monologo è frutto della decennale ricerca
Di fronte alla paura della morte, prosegue Alessandro Anderloni, abbiamo bisogno di parole alte:
“In questi giorni più che mai sentiamo quanto ci siano di nutrimento i classici, Dante fra tutti. Recito questo canto e penso al nostro azzardo di voler sempre andare oltre, anche quando ci troviamo a varcare confini che, come quelli posti da Ercole con le sue colonne, sono un monito, e paradossalmente uno sprone, alla nostra smania di conoscenza. Penso soprattutto ai detenuti del carcere di Montorio che l’Ulisse di Dante l’hanno messo in scena lo scorso anno e ora sono i più reclusi tra i reclusi. Da quelle celle, ma pure dalle finestre delle nostre case, guardando all’orizzonte ognuno di noi in questo momento sentirà nell’animo il suo ‘folle volo’. Ecco che ognuno, a suo modo, si ritroverà nel viaggio di Ulisse”.
Il monologo è frutto della decennale ricerca che Anderloni dedica alla Divina Commedia, che ha già portato in scena più volte in forma teatrale, musicale e danzata, anche con il coinvolgimento dei bambini, delle scuole e dei detenuti della compagnia “Teatro del Montorio” del carcere di Verona. Già rappresentato in molti teatri e davanti a migliaia di studenti e studentesse, il monologo si snoda prima in una fascinazione per Dante, intrecciando notizie e aneddoti della sua vita con i temi tratti dalla Commedia. Poi esplorando e infine dicendo a memoria per intero uno dei cento canti del Poema, in questo caso XXVI di Inferno. Per l’appuntamento del 25 marzo la scelta è andata su uno dei più conosciuti ed emblematici per permettere al pubblico, anche il meno fresco di letture dantesche, di ritrovarsi. L’hashtag dell’evento è #ilfollevolo.
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