Verona

Incontro musicale tra i due rivali dell’Opera: Wagner e Verdi all'Arena

Gasdia: "L’emergenza del 2020 è stata in fondo uno stimolo efficace ed ora abbiamo con noi artisti solidissimi nell’universo wagneriano, una serata davvero speciale che apre nuovi orizzonti, nel segno di musica e qualità".

Incontro musicale tra i due rivali dell’Opera: Wagner e Verdi all'Arena
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L’edizione straordinaria del Festival d’estate 2020 prosegue con l’incontro musicale tra il potente sinfonismo di Richard Wagner torna all’Arena dopo decenni di assenza e si confronta con l’intensità drammatica dell’italianissimo Giuseppe Verdi.

Una stagione sopra le aspettative

Il sovrintendente Cecilia Gasdia è entusiasta dell'inizio della stagione estiva in Arena dove i primi tre appuntamenti hanno riscosso un enorme successo. A tal proposito Gasdia ha affermato:

“Voglio esprimere a nome mio e del sindaco la grande gioia e soddisfazione della Fondazione Arena per rimi tre appuntamenti. Possiamo dire che abbiamo un bilancio positivo, quasi al di sopra delle aspettative. Il Requiem di Mozart che abbiamo dato venerdì scorso, è un’iniziativa di cui siamo orgogliosi. Siamo felici di essere riusciti a mettere in campo dei componenti istituzionali, forze dell’ordine, presidente della Provincia, forze industriali, il vescovo, il tutto travalicando il contenuto artistico musicale. Lo spettacolo che ci si aspetta dall’Arena si è trasformato in una valenza sociale, commemorativa. Un cordoglio per i caduti, con un senso di preghiera silenziosa ognuno di noi, in una commozione silenziosa, in una serata che doveva dare sollievo a tutti e speranza”

Due appuntamenti uniti tra loro

Si tratta di due programmi sono diversi e originali e che sono affidati a grandi interpreti nei rispettivi repertori: Ricarda Merbeth, Eleonora Buratto, Francesco Meli e Luca Salsi, diretti dai grandi maestri Gustav Kuhn e Daniel Oren. Nati entrambi nel 1813, diversissimi per indole e formazione, i geniali Wagner e Verdi condussero due vite parallele che li portarono spesso a guardarsi da lontano, capendosi poco, amandosi mai. Il tedesco ambiva all’Opera d’arte totale e andava per la sua strada, creando dalla verde collina bavarese di Bayreuth una nuova forma di Teatro, il rito che ora tutti conosciamo, e ridisegnando l’epica germanica. L’italiano “che pianse e amò per tutti” infuocò i cuori di una nuova nazione e portò ai suoi vertici la tradizione operistica, scavando nell’animo umano come nessun altro attraverso soggetti inediti, forti, all’epoca scandalosi. Entrambi alla fine del XIX secolo erano considerati le massime autorità musicali con cui in futuro si sarebbero dovuti confrontare tutti.

Due capolavori in un meraviglioso anfiteatro

Se, a partire dalla prima Aida del 1913, i capolavori di Verdi sono entrati nell’anfiteatro veronese senza lasciarlo più, il caso di Wagner è più delicato: romantico e spettacolare, perfetto per le produzioni-kolossal degli anni Venti e Trenta (fu tra i primi autori ad essere rappresentati a Verona, persino prima di Puccini e Donizetti) ma molto amato anche nel Dopoguerra. Se si eccettuano pochissimi brani da concerto tra cui la serata del centenario nel 1983, il gigante tedesco manca in Arena dal Festival 1963. Il sindaco di Verona, Federico Sboarina ha affermato:

"In un anno così difficile, il nostro Festival prosegue con successo, puntando dritto al futuro. Dopo l’emozione e la commozione delle prime due serate, in omaggio al personale sanitario impegnato durante l’emergenza e a ricordo di tutte le vittime del Coronavirus, l’Arena continua a dar voce alla tradizione dell’opera, coniugandola con la sperimentazione, in vista della prossima stagione. Data la straordinarietà del momento che stiamo vivendo, con le serate evento di quest’anno abbiamo voluto dar vita ad un percorso conoscitivo dei più grandi compositori di tutti i tempi. Occasioni uniche che il pubblico sta dimostrando di apprezzare, grazie anche alla presenza sul palcoscenico di artisti di indubbia qualità e reputazione, esattamente centrati sui repertori su cui sono più forti e convincenti. Un cartellone che ci proietta al 2021 e che avrà una sua continuità nel festival dell’anno prossimo".

Kuhn dirigerà l’intero opus wagneriano

L’imponente organico dell’Orchestra dell’Arena di Verona è guidato da Gustav Kuhn, maestro austriaco che ha diretto molte volte l’intero opus wagneriano, spesso curandone anche la messa in scena, e qui alle prese con le Ouverture più belle delle grandi opere L’Olandese volante, I Maestri cantori e Tannhäuser, senza dimenticare la celeberrima “Cavalcata” che apre il terzo atto de La Valchiria. Al suo debutto areniano è il soprano Ricarda Merbeth, specialista nel repertorio di lingua tedesca, cui sono affidate la romantica ballata di Senta, che trasposta il pubblico nei tempestosi mari del Nord dell’Olandese volante, e soprattutto la trasfigurazione finale del Liebestod, cantato dalla protagonista femminile di Tristano e Isotta.Il maestro Kuhn ha spiegato:

“Sono veramente impressionato da Gasdia perché canta Wagner a memoria. Entriambi amiamo Wagner e siamo d’accordo su come sia importante questo genio della musica, come Verdi. Sono felice di dire che potrò essere qui, ringrazio Gasdia, vera wagneriana. Ricordo aancora il mio mio debutto con il sinfonico nel 1985, debutto al Filarmonico con repertorio mozartiano, un’emozione davvero unica”.

Venerdì, appuntamento con Wagner

Quello di venerdì 7 agosto 2020 è quindi un ritorno attesissimo che anticipa un grande evento del 2021, come dichiara il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia:

"Abbiamo iniziato a parlare di Wagner con Jonas Kaufmann già due anni fa e il primo a cantare in tedesco sul nostro palco avrebbe dovuto essere lui, se la pandemia non ci avesse costretti a ridisegnare la stagione. Lui debutterà finalmente nel 2021: mi piace sottolinearlo, perché voglio ricordare che nel mondo dell’Opera si deve sempre ragionare con grande anticipo e creare un percorso artistico impeccabile attraverso le stagioni. L’emergenza del 2020 è stata in fondo uno stimolo efficace ed ora abbiamo con noi artisti solidissimi nell’universo wagneriano, una serata davvero speciale che apre nuovi orizzonti, nel segno di musica e qualità. La serata verdiana subito seguente per gli amanti dell’opera è una chicca imperdibile, davvero da 'Scala d’estate', come si usava dire una volta. Accostare Verdi e Wagner continua anche uno dei giochi preferiti da tutti noi appassionati: la gara immaginaria, un po’ per scherzo, un po’ seriamente, tra i due colossi dell’opera ottocentesca".

Sabato emozioni con Verdi

Sabato 8 agosto 2020, per il Verdi Gala, il maestro Daniel Oren incontra l’amato pubblico veronese dirigendo un programma che accosta pagine note del cigno di Busseto e capolavori poco o mai rappresentati all’Arena: Rigoletto, Otello, Un ballo in maschera, ma anche Don Carlo, Simon Boccanegra, Luisa Miller, Macbeth. Le voci scelte per salire sul grande palcoscenico centrale sono quelle di giovani italiani già affermati sui palcoscenici di tutto il mondo, interpreti eccezionali e richiestissimi proprio nel repertorio verdiano: il soprano mantovano Eleonora Buratto, il tenore genovese Francesco Meli, il baritono parmense Luca Salsi. Le tre voci, impegnate in arie e duetti, si uniranno nel finale I de Il Trovatore, titolo tra i più amati nelle ultime stagioni del Festival. Come vuole la tradizione spettacolare dell’Arena, accanto all’Orchestra avrà un ruolo fondamentale il Coro preparato da Vito Lombardi, che propone i brani più belli di Nabucco, Ernani, I Lombardi alla prima crociata, i cori che furono colonna sonora del Risorgimento italiano.

Il maestro Daniel Oren ha concluso:

“Sono emozionato e felice perché questo ritorno all’Arena di Verona è un ritorno alla vita, alla musica. Abbiamo lottato per mesi tutti noi per cominciare a convincere chi si doveva convincere che anche in forme diverse, con meno gente, bisogna ricominciare. Questo è la nutrizione dell’anima non è meno importante per la nutrizione del corpo. Nei tempi bui della storia come l’olocausto, anche in quei tempi là quando saisapeva benissimo dove andavano a finire le persone, nei forni crematori, anche in quel periodo c’era la musica e l’orchestra. Anche allora come oggi era troppo importante ricominciare. La considero come una grande vittoria dell’Arena. Se Dio vorrà l’anno prossimo torneremo nell’Arena che conosciamo, questa Arena mi affascina, così come la vediamo ora, è molto bella nella sua veste originale”.

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