Due i provvedimenti contestati

Presidio di agricoltori in rivolta da Fieragricola alle porte del Parlamento Europeo di Bruxelles

Dopo la manifestazione tenutasi a Veronafiere, prosegue la battaglia di tantissimi lavoratori del settore primario per far valere i propri diritti

Presidio di agricoltori in rivolta da Fieragricola alle porte del Parlamento Europeo di Bruxelles
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Ieri, 1 febbraio 2024, tantissimi agricoltori hanno proseguito la loro manifestazione a tutela dei proprio diritti fuori il Parlamento Europeo a Bruxelles.

Presidio di agricoltori in rivolta a Bruxelles

Momenti di tensione ieri a Bruxelles per la vivace protesta degli agricoltori che hanno manifestato davanti ai palazzi del Potere Europeo.

Una rivolta che si lega imprescindibilmente a quella tenutasi lo scorso 31 gennaio 2024 alle porte di Fieragricola di Verona, a cui hanno partecipato oltre 300 lavoratori stanchi di condizioni lavorative precarie e non riconosciuti per il proprio operato.

In prima fila fuori il Parlamento c'è Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, che ricorda come dall'Italia nasca una filiera agroalimentare allargata che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2023, messa a serio rischio dalle politiche dell'Unione Europea.

Oggi siamo qui a Bruxelles – spiega Marco De Zotti, delegato Giovani Coldiretti Veneto ai microfoni del Tgr Veneto - la delegazione dal Veneto con tantissimi giovani per dire no all'Europa per quello che sta facendo nei confronti della nostra agricoltura. È ora di finire di intralciare tutto il nostro lavoro.

Marco De Zotti, delegato Giovani Coldiretti Veneto

I motivi della protesta

Sono arrivati da tutta Europa, hanno sfilato nel centro di Bruxelles con centinaia di trattori e non sono mancati momenti di tensione: qualche danneggiamento tra falò improvvisati e qualche gesto esagerato. Ma gli stessi protagonisti della manifestazione auspicano un dialogo costruttivo, quello che si vuole recuperare con il Parlamento Europeo.

Due, in particolare, i provvedimenti contestati: l'obbligo di lasciare incolta una parte consistente dei terreni agricoli e la gestione politica di accordi commerciali con produttori extraeuropei.

Vogliamo che l'agricoltore e la sua figura, il suo ruolo, venga rimesso al centro delle politiche agricole comunitarie - sostiene Carlo Salvan, presidente Coldiretti - dando maggiore dignità e rispetto a questa figura importantissima del nostro settore, ma soprattutto che venga considerata la giusta redditività del proprio lavoro e dei prodotti che oggi otteniamo.

Carlo Salvan, presidente Coldiretti
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